L’asse tra l’Italia e l’Olanda viaggia veloce già da diversi anni, ma negli ultimi giorni è arrivato il passaggio definitivo di un processo che, per l’appunto, va avanti ormai dal lontano 2016. Fu allora che John Elkann, oggi 46 anni, amministratore delegato del gruppo Exor, annunciò la ridomiciliazione dell’azienda di famiglia ad Amsterdam.
Una fuga da Torino che suscitò un’ondata di polemiche non solo in Piemonte ma in tutto il Paese, con le forti proteste delle sigle sindacali che temevano gravi ripercussioni per gli stabilimenti attivi sul nostro territorio nazionale e per le migliaia di lavoratori dipendenti che la holding annota a libro paga. Una levata di critiche cui l’erede della famiglia Agnelli, oggi front man della compagnia e volto noto dell’imprenditoria mondiale, non diede particolare rilevanza.
La scelta di John Elkann per il gruppo Exor: dopo la sede legale, anche il pacchetto azionario vola ad Amsterdam
Nell’ultima settimana il consiglio di amministrazione della società che controlla Stellantis, Ferrari, Cnh Industrial, Gedi, Iveco e Juventus ha approvato il trasferimento della quotazione dei titoli ordinari da Piazza Affari a Euronext Amsterdam: dal punto di vista strettamente finanziario le cose sostanzialmente non cambiano, visto che il listino azionario olandese comprende la stessa grande famiglia di quello meneghino.
Il trasloco, come ha spiegato la compagnia in una nota, viene giustificato proprio con l’esigenza di “allineare la Borsa di quotazione della società con la propria struttura legale di holding olandese”. D’altronde, oltre alle preoccupazioni (spesso legittime) dei molti comparti produttivi in cui opera l’azienda, c’era anche chi – ed erano in molti in quel 2016 – sottolineava i grandi vantaggi di questa scelta, che dal punto di vista imprenditoriale appare quanto mai opportuna, per non dire obbligata, in virtù della scelta fatta sei anni fa.
Exor trasloca in Olanda: la strategia di John Elkann per salvaguardare le casse della holding
L’assetto organizzativo di Exor ne risulterà ulteriormente semplificato, in quanto la finanziaria sarà soggetta alla vigilanza di un solo ente regolatore nazionale: la Dutch Authority for the Financial Markets Afm, che prenderà il posto dell’italiana Consob (la Commissione nazionale per le società e la Borsa, che si occupa di verificare la trasparenza e la correttezza degli operatori finanziari). L’inizio delle compravendite dovrebbe iniziare verso la metà di agosto.
Con lo spostamento, la cassaforte di proprietà degli Agnelli-Elkann-Nasi ha beneficiato del quasi azzeramento delle tasse sulle plusvalenza, come per altro è consentito anche in Italia dalla legge finanziaria cosiddetta “Participation Exemption”, che garantisce l’esenzione delle imposte nella misura del 95% per chi arriva da un Paese estero (anche da altri Stati membri dell’Unione europea, come in questo caso).
Complessivamente, si tratta di un periodo di grandi cambiamenti per il gruppo, che sta eseguendo una serie di ricollocamenti azionari e variazioni economiche in linea con la volontà di rendere il proprio marchio il più solido possibile (e quindi appetibile). Nelle ultime settimane Exor ha perfezionato la cessione di PartnerRe (incassando ben 8,5 miliardi di euro) a Covèa e ha acquisito il 10% della storica società biotech francese Institut Mérieux per 833 milioni di euro tramite un aumento di capitale riservato.