Ritorna la zona gialla: cosa cambia per ristoranti e bar dopo il boom di incassi

Dopo un fatturato record di 20 miliardi dell'estate in zona bianca, bar e ristoranti rischiano di subire nuove perdite del fatturato a causa delle regole della zona gialla

La zona bianca estesa a tutta l’Italia ha permesso una ripresa a pieno regime delle attività di bar e ristoranti, nonostante lo spauracchio del Green pass e delle perdite che avrebbe dovuto generare. Gli oltre 20 miliardi di euro gli incassi dei 360 mila esercenti dei locali di somministrazione di cibo e alcol, numeri stimati da Coldiretti, si trasferiscono a tutta la filiera agroalimentare e alle eccellenze del Made in Italy, con una ripresa che rischia però di finire in autunno, con la ripresa dei contagi e i cambi di colore delle regioni.

Boom di incassi in zona bianca: la ripresa ha coinvolto oltre 3,6 milioni di lavoratori

Oltre un terzo dei consumi alimentari delle famiglie è destinato a pranzi e cene fuori casa, con una tendenza in aumento che si è però arrestata nell’annus horribilis della pandemia di Covid. Il lockdown, le zone rosse, il coprifuoco e le limitazioni imposte agli esercenti hanno pesato sul settore della ristorazione in maniera molto pesante, con una perdita del 48% del fatturato globale.

Con le riaperture, la zona bianca e l’adozione del Green pass, che pur rappresentando una selezione all’ingresso delle attività ha rassicurato le famiglie e permesso al numero di vaccinati di raggiungere una percentuale che dovrebbe raggiungere presto il 70%, le cose sono cambiate.

Nel corso dei mesi caldi del 2021, anche grazie a flussi turistici interni da record e alla voglia di normalità degli italiani, i consumi sono tornati a crescere. La ripresa coinvolge circa 70 mila industrie alimentari e 740 mila aziende agricole, ovvero 3,6 milioni di posti di lavoro.

Zona gialla in Sicilia: le nuove regole sui posti al ristorante minacciano l’economia

Cosa cambierà dunque con il possibile passaggio in zona gialla di alcune regioni italiane? Lunedì 30 agosto si partirà dalla Sicilia, inchiodata dai dati relativi alla saturazione degli ospedali e all’incidenza dei casi ogni 100 mila abitanti, e caratterizzata da un numero ancora molto basso di vaccinati.

A rischio ci sono 23 mila attività tra ristoranti, trattorie, pizzerie e agriturismi, con l’isola ancora nel vivo della stagione turistica. Se le previsioni sull’introduzione del coprifuoco e sulle chiusure serali non si sono fortunatamente realizzate, a preoccupare i gestori è invece il ritorno del limite massimo di 4 commensali a ogni tavolo, con la deroga per le persone appartenenti allo stesso nucleo familiare.

Le nuove regole della zona gialla rischiano di gravare su piccoli e grandi eventi, in particolare feste e ricevimenti nuziali, considerando l’alto numero di matrimoni programmati per il mese di settembre. Coinvolgerà inoltre i gruppi più numerosi di turisti, soprattutto tra i più giovani, che potrebbero decidere di cambiare la destinazione delle vacanze in virtù dell’impossibilità di riunirsi tutti insieme a tavola. Con la necessità di rispettare almeno un metro di sicurezza tra i tavoli, inoltre, la disponibilità di posti per i clienti sarà ridotta all’osso.