I dati delle dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche presentate nel 2021 e riferite all’anno di imposta 2020, pubblicati dal Mef, ci permettono oggi di avere un quadro chiaro su quelle che sono le regioni dove si guadagna di più e quelle dove si guadagna meno.
Sappiamo anche che il numero totale dei contribuenti è diminuito di oltre 345.000 soggetti (-0,8%) rispetto all’anno precedente, e che circa 41,2 milioni hanno assolto l’obbligo dichiarativo, direttamente attraverso la presentazione dei modelli di dichiarazione “Redditi Persone Fisiche” e “730” (qui le istruzioni per la precompilata 2022), o indirettamente attraverso la dichiarazione dei sostituti d’imposta (Certificazione Unica – CU).
Dove si guadagna di più (e dove meno) in Italia
Secondo le stime Mef, il reddito complessivo totale dichiarato ammonta a oltre 865,1 miliardi di euro (-19,4 miliardi rispetto all’anno precedente) per un valore medio di 21.570 euro, in calo dell’1,1% rispetto al reddito complessivo medio dichiarato l’anno precedente.
L’analisi territoriale conferma che la regione con reddito medio complessivo più elevato è la Lombardia (25.330 euro), la regione dove – dati alla mano – le persone guadagnano di più (e dichiarano redditi maggiori) in Italia. A seguito si è piazzata la Provincia Autonoma di Bolzano (con 24.770 euro).
Guardando la classifica al contrario, in maniera decrescente, la Calabria è la regione che presenta il reddito medio più basso (15.630 euro). !Anche nel 2020, quindi, rimane cospicua la distanza tra il reddito medio delle regioni centro-settentrionali e quello delle regioni meridionali”, si legge nel documento del ministero.
Guadagnano di più i liberi professionisti o i lavoratori dipendenti?
Un dato interessante è emerso anche dalla comparazione che il Dipartimento delle finanze ha fatto distinguendo le varie tipologie di reddito di lavoro. Anche se i redditi da lavoro dipendente e da pensione rappresentano circa l’84% del reddito complessivo dichiarato (nello specifico, il reddito da pensione costituisce il 31% del totale del reddito complessivo), il reddito medio più elevato è quello da lavoro autonomo, pari a 52.980 euro. In pratica, stando alle denunce dei redditi presentate nel periodo di riferimento, i liberi professionisti guadagnano tendenzialmente di più.
Un discorso a parte va fatto invece per il reddito medio dichiarato dagli imprenditori (titolari di ditte individuali), che è pari a 19.900 euro, contro il reddito medio dichiarato dai lavoratori dipendenti che è pari a 20.720 euro e quello dei pensionati pari a 18.650 euro. Infine, il reddito medio da partecipazione in società di persone ed assimilate risulta di 16.450 euro. Il dato dei redditi imprenditoriali, tra il più basso di tutti, è subito però spiegato: “la quasi totalità dei redditi da capitale è soggetta a tassazione sostitutiva e non rientra pertanto nell’Irpef”.
“È opportuno ribadire che per ‘imprenditori’ nelle dichiarazioni Irpef si intendono i titolari di ditte individuali, escludendo pertanto chi esercita attività economica in forma societaria” e inoltre, viene aggiunto: “la definizione di imprenditore non può essere assunta come sinonimo di ‘datore di lavoro’ in quanto la gran parte delle ditte individuali non ha personale alle proprie dipendenze. Sarebbe pertanto improprio utilizzare i dati sopra riportati per confrontare i redditi degli “imprenditori” con quelli dei “propri dipendenti”.
Quante tasse abbiamo versato allo Stato negli ultimi anni
La tasse pagate nel 2021, riferite all’anno di imposta 2020, risentono certamente delle varie proroghe approvate durante il periodo di emergenza sanitaria (qui le date delle prossime riaperture).
L’imposta netta Irpef totale dichiarata, nel periodo in questione, è pari a 159,3 miliardi di euro (non a caso in calo del 3,5% rispetto all’anno precedente).
Al netto degli effetti del bonus Irpef (qui a chi spetta nel 2022), l’imposta netta risulta pari in media a 5.250 euro e viene dichiarata da circa 30,3 milioni di soggetti, pari a circa il 74% del totale dei contribuenti. Circa 10,4 milioni di soggetti hanno un’imposta netta pari a zero. Si tratta prevalentemente di contribuenti con livelli reddituali compresi nelle soglie di esenzione, ovvero di coloro la cui imposta lorda si azzera per effetto delle detrazioni riconosciute dal nostro ordinamento.