Quanti soldi paghiamo a Putin, ogni giorno, per il gas russo?

Molta dell'energia che consumiamo oggi viene fornita dalla Russia, ma quanti soldi ha inviato l'Ue a Putin dall'inizio del conflitto in Ucraina a oggi? Così, il Cremlino, finanzia la guerra

La decisione di procedere con un embargo russo non arriva certo per caso. L’Ue vuole isolare la Russia e garantire sempre meno risorse per finanziare la guerra di Putin ma, intanto, continua a inviare denaro in cambio di energia, contribuendo in questo modo all’avanzata in Ucraina. Ma quanti soldi stiamo mandando in Russia per ricevere gas, olio e carbone?

Così l’Europa finanzia la guerra di Putin

Non è certo volontariamente che lo sta facendo, ma l’Ue è consapevole oggi che continuare ad acquistare materie prime dalla Russia vuole dire finanziare indirettamente la guerra di Putin. L’Europa ha capito che gli aiuti al popolo Ucraino non bastano, ma bisogna arrivare all’origine di tutto, estirpando il problema alla radice. Da qui l’idea dell’embargo russo (cos’è e come funziona ve lo abbiamo spiegato qui), per isolare completamente il Cremlino e contribuire al fallimento dei suoi piani di espansione in Occidente.

Il miliardo garantito al Governo di Zelensky e le armi inviate al suo esercito non reggono infatti il confronto con i soldi che l’Europa sta inviato ogni giorno al governo di Putin per l’acquisto di energia. A fare luce sul problema ci ha pensato Europe Beyond Coal, organizzazione che ha come scopo la promozione della decarbonizzazione del pianeta. Da quando è iniziata gli attivisti stanno monitorando quanti soldi dell’Ue, dall’inizio della guerra (ovvero dal 24 febbraio), sono spesi ogni giorno per acquistare carbone, petrolio e gas russi. Come emerge dal report giornaliero (aggiornato costantemente qui), alla data di giovedì 7 aprile gli Stati Membri hanno pagato a Putin più di 27 milioni e 200 mila euro, oltre un miliardo al giorno. Soldi questi che il Cremlino ha utilizzando e sta continuando a utilizzare per finanziare gli atti bellici in Ucraina.

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Quanto siamo dipendenti dall’energia russa?

La rivelazione al secondo effettuata da Europe Beyond Coal ha stimato anche una maggiore spesa dell’Ue per quanto riguarda il gas russo, da cui anche l’Italia è fortemente dipendente (qui le stime). 

Nello specifico, il nostro Paese ha speso in totale per combustibili fossili russi 18423 milioni di euro:

  • 683 milioni di euro per l’acquisto di carbone;
  • 7621 milioni di euro per l’acquisto di petrolio;
  • 10119 milioni di euro per per l’acquisto di gas russo.

I calcoli si basano sui dati forniti da Eurostat e, ancora una volta, confermano l’egemonia energetica di Mosca.

La strategia dell’Ue: cosa farà l’Italia?

Sulla possibilità di procedere con un embargo il Premier Mario Draghi è stato molto chiaro: “O la pace o i condizionatori accesi”, ha infatti commentato durante la conferenza stampa del 6 aprile (qui l’intervento). Intanto, mentre molti credevano che un totale arresto delle importazioni di gas dalla Russia non si sarebbe potuto raggiungere subito, l’Ue ha avviato la procedura, con il consenso dell’Italia.

In una risoluzione adottata giovedì 7 aprile (con 513 voti favorevoli, 22 contrari e 19 astensioni), i deputati del Parlamento europeo hanno chiesto ulteriori misure punitive, tra cui “un embargo completo immediato sulle importazioni russe di petrolio, carbone, combustibile nucleare e gas”.

La decisione sarà accompagnata da un piano per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento energetico degli Stati Mmebri, nonché una strategia per “revocare le sanzioni nel caso in cui la Russia adotti misure per ripristinare l’indipendenza, la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina all’interno dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale e rimuove completamente le sue truppe dal territorio dell’Ucraina”.

Inoltre, considerando il coinvolgimento della Bielorussia nella guerra in Ucraina, la risoluzione ha previsto delle sanzioni anche contro il governo di Lukashenko, in modo da evitare qualsiasi scappatoia che consenta a Putin di aggirare i divieti.