Quanto costa il pellet e come valutare il prezzo

Il combustibile derivato dalla lavorazione del legno è entrato nelle case di milioni di italiani, ma è davvero l'alternativa più conveniente?

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

Il termine generico pellet indica dei piccoli cilindri ottenuti dagli scarti della lavorazione del legno. Trucioli e segatura vengono compressi fino a ottenere queste “pillole” di materiale che servono per scaldare le case abbattendo i costi dei combustibili fossili. Abbiamo visto che il prezzo può oscillare notevolmente in base alla salute dei mercato e eventi che possono accadere anche lontano da noi. Quando conviene dunque acquistare i sacchi di questo particolare materiale?

Come viene fatto il pellet?

Il pellet è un combustibile solido ottenuto dalla compressione di biomasse. Gli scarti utilizzati per la sua produzione sono ottenuti dal disboscamento e dalle attività agricole oppure dalla lavorazione industriale del legno. La segatura, i trucioli, gli scarti di potature e i residui di colture devono essere totalmente privi di impurità, ad esempio sabbia, pietre, metalli o vernici.

Le biomasse sono triturate e ridotte a particelle particolarmente piccole. L’umidità al loro interno viene fatta evaporare attraverso lunghi processi di essiccazione. Il materiale viene poi inserito in una pressa che, attraverso il calore, lo ammorbidisce e lo riduce alla forma che tutti conosciamo attraverso una matrice forata.

I pellet così formati sono caldi e umidi, e devono essere raffreddati velocemente per mantenere le dimensioni ridotte e solidificarsi. Vengono così inviata a un sistema di raffreddamento ad aria o ad acqua. Dopo un nuovo passaggio di pulizia, per eliminare eventuali impurità, le pastigliette di legno vengono dunque confezionate in sacchi che poi vengono inviati a supermercati e negozi di fai-da-te.

La stufa a pallet è inquinante?

Sfatiamo subito un mito. Utilizzare il pellet per il riscaldamento non è una soluzione totalmente green. Anche se si tratta di un prodotto naturale e puro, e anche se le biomasse sono considerate alternative sostenibili ai combustibili classici, bisogna considerare le emissioni nell’ambiente.

È vero però che un impianto nuovo e certificato può portare a un abbattimento della CO2 che può essere anche 6 o 10 volte più basso rispetto alle alternative a gas o gasolio. In Italia e nel resto dell’Unione Europea rigide regole impediscono l’utilizzo di materiali contaminati. Tuttavia bisogna tenere a mente che una stufa vecchia sarà molto più inquinante rispetto a una di nuova generazione.

Prezzo sacco pellet
Qual è il prezzo al sacco del pellet

Quando conviene acquistare una stufa a pellet

Per utilizzare il pellet bisogna utilizzare un’apposita stufa. Prima dell’acquisto bisogna però valutarne la convenienza in base alla grandezza dell’ambiente da riscaldare, il tipo di canna fumaria da montare e gli eventuali costi di adeguamento degli impianti esistenti, le dimensioni del serbatoio, l’installazione del termostato.

Con una stufa a pellet dotata di una potenza di circa 10 kW è possibile scaldare agevolmente una stanza di circa 30 metri quadri, e con un impianto ottimizzato, il calore può tranquillamente essere usato per tutti gli ambienti della casa. Bisogna avere cura però di installare una canna fumaria collegata direttamente alla stufa, con scarico a norma di legge e certificato, e una presa elettrica dotata di messa a terra.

Quanto costano le stufe a pellet

Esistono vari range di prezzo, in base alle caratteristiche e alla tipologia di stufa a pellet che si intende acquistare. Si va da 350 a 700 euro per i modelli base ad aria fino a oltre 4mila euro per quelle idro. Si passa dai mille ai 5mila euro per quelle canalizzate.

Bisogna mettere in conto anche i costi di installazione, ingaggiando un tecnico specializzato. Questi vanno da circa 200 euro per i modelli base, e salgono anche a 2mila per le idro e le canalizzate. A questi costi poi è necessario aggiungere alcune centinaia di euro per l’installazione dei tubi che servono per smaltire i fumi.

Quanto costa il pellet e perché il prezzo cambia

Nonostante nel Belpaese si produca il pellet, in Italia importiamo circa l’80% di quello che si trova in commercio. Per questo il prezzo tende ad aumentare e diminuire in base alla disponibilità del materiale nel resto d’Europa.

Durante il 2022, quando l’inflazione dovuta alle chiusure pandemiche e alla guerra in Ucraina ha colpito i Paesi del Nord Europa e i prezzi di gas ed elettricità hanno raggiunto nuovi i picchi, anche i prezzi delle biomasse sono schizzati in alto. Sugli scaffali italiani sono arrivati a oltre 10 euro al sacco.

In media un sacco da 15 kg di pellet costa 6,19 euro, ovvero 41 centesimi al kg. Tuttavia in alcuni territori, come le isole, i costi di trasporto e logistica possono aumentare sensibilmente il prezzo, arrivando a oltre 7,27 euro a sacchetto. Nel Nord Est, la zona dei produttori nostrani e primo punto di arrivo delle merci dall’Europa Settentrionale, viene invece venduto a 6,04 euro a confezione.