Gas, quali paesi dipendono dalla Russia? La situazione dell’Italia

Le sanzioni annunciate dagli Stati membri dell’Ue mettono alcuni Paesi in una situazione di grande difficoltà: ecco chi rischia davvero con la guerra ucraina

L’annuncio diffuso da parte della ministra degli Esteri della Germania, Annalena Baerbock, della sospensione nella costruzione del gasdotto Nord Stream 2, come reazione di forza dell’Europa all’ingresso delle truppe russe nella regione ucraina del Donbass, ha alzato ulteriormente il livello di tensione attorno alla crisi energetica.

La titolare del dicastero tedesco – scesa in campo come candidata dei Verdi alla Cancelleria durante le elezioni dello scorso settembre, poi entrati al governo con Socialdemocratici e Liberali – già nel mese di gennaio aveva minacciato l’interruzione dell’infrastruttura “nel caso in cui la Russia decida di iniziare una guerra in Ucraina“. Così è stato e ora il clamore mediatico attorno a questa decisione si è fatto davvero forte.

Gas in Europa dalla Russia e la questione del gasdotto Nord Strem 2, come stanno le cose

Non è un caso che – poche ore dopo la decisione del governo della Germania, seguita a ruota da un messaggio di approvazione da parte della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen – abbia cominciato immediatamente a circolare un tweet pubblicato dall’ex presidente russo Dmitry Medvedev, che ha ironizzato sulla mossa dell’Unione europea parlando dell’effetto che questa avrà sul costo del gas in Europa. Ma quali sono i Paesi europei che dipendono di più dal gas russo?

Per capirlo è necessario calcolare la percentuale del combustibile russo sul totale del gas presente nel mix di approvvigionamento energetico dei diversi Stati dell’Europa. In termini assoluti, la Germania e l’Italia sono i principali importatori di gas proveniente dagli immensi giacimenti della Russia. Ma guardando al peso che il prodotto russo ha sul mix energetico, la classifica cambia e porta nelle prime posizioni l’Ungheria, la Slovacchia e l’Austria, i tre Paesi che, non a caso, stanno temporeggiando nell’esporsi pubblicamente a sostegno delle sanzioni a Mosca, rappresentando la linea più morbida all’interno del panorama occidentale.

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Quali Paesi rischiano davvero un lockdown energetico? Ecco la classifica

Tra l’altro, stando ai dati ufficiali pubblicati dell’Ue, sarebbe più corretto parlare di interdipendenza tra Russia e Unione Europea quando si parla del commercio di gas. Se è vero, infatti, che i Paesi europei importano da Est gran parte del combustibile che i loro cittadini consumano ogni anno, è anche vero che la Russia dipende dalla Comunità europea per circa il 60% delle sue esportazioni di combustibili. Queste vendite, per il presidente Vladimir Putin, si traducono in guadagni dal valore milionario, introiti statali che coprono circa un terzo di tutto il bilancio economico di un anno per la sua Nazione.

Quindi, senza commercio di gas dalla Russia all’Unione europea, i cittadini e le multinazionali del Vecchio Continente si troverebbero a corto di materia prima per l’energia, ma Mosca si troverebbe senza guadagni fondamentali per la sua struttura economica. Ad ogni conto, la classifica dei Paesi europei – espressa in percentuale – dell’incidenza del gas russo sul mix di approvvigionamento energetico vede l’Italia stanziarsi al quinto posto con un 12,4%. Di seguito le prime dieci posizioni tra gli Stati membri dell’Unione europea:

  • Ungheria _ 23,4%
  • Slovacchia _ 21,8
  • Austria _ 19%
  • Germania _ 15,4%
  • Italia _ 12,4%
  • Lituania _ 11%
  • Polonia _ 9,2%
  • Olanda _ 7,6%
  • Francia _ 5,3%
  • Finlandia _ 3%