Emergenza siccità, il governo prepara 100 milioni: a chi andranno

La crisi idrica più severa degli ultimi 70 anni sta mettendo in ginocchio diverse regioni del Nord Italia, ma anche in Umbria e Lazio la situazione è critica

La più grande crisi idrica degli ultimi 70 anni. Così l’ha definita Mario Draghi senza usare mezzi termini durante l’ultima conferenza stampa tenuta dopo uno dei consigli dei ministri più agitati e incerti di tutto il suo mandato. Nonostante i motivi delle tensioni vadano ricercati soprattutto nell’instabilità politica della sua maggioranza – con gli ultimatum di Giuseppe Conte che lo hanno costretto ad un rientro anticipato dal vertice Nato di Madrid – il premier ci ha tenuto a parlare dell’emergenza siccità che pare non voler dare tregua al nostro Paese, soprattutto in determinate aree.

Lo scenario drammatico a cui stanno assistendo i cittadini del Nord Italia – ma a cui devono prepararsi anche quelli delle regioni centrali (Umbria e Lazio sono già in crisi) e meridionali – è frutto della micidiale combinazione tra la mancanza di piogge che ci accompagna da mesi unita alle temperature ben oltre le medie stagionali fino dalla seconda metà di maggio, quando la colonnina di mercurio dei termometri ha iniziato ad assestarsi su valori difficilmente sostenibili nel corso di tutta l’estate.

Emergenza siccità, l’allarme delle Regioni e la richiesta dello stato d’emergenza

Città come Pisa, Parma e Verona sono già corse ai ripari in maniera autonoma, con i rispettivi sindaci che hanno emesso ordinanze molto restrittive volte a limitare al lo spreco di acqua (non proprio un esordio da sogno per il neo primo cittadino veronese Damiano Tommasi). Al contempo la Lombardia, l’Emilia Romagna, il Lazio, il Piemonte, il Friuli-Venezia Giulia e il Veneto hanno formalmente inviato alla Protezione civile la richiesta di riconoscimento dello stato di emergenza.

Ma a breve anche altri governatori potrebbero vedersi costretti ad avviare l’iter, come confermato da Massimiliano Fedriga, residente della Conferenza delle Regioni: “Abbiamo già parlato con il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, e penso che fra qualche giorno o settimana verrà proclamato lo stato di emergenza se la situazione dovesse continuare così”. Il vaglio delle richieste regionali è in corso e già dalla giornata di domani (lunedì 4 luglio) si dovrebbe avere una risposta ufficiale in merito ai tanti finanziamenti straordinari che i Consigli regionali stanno chiedendo a gran voce.

Quanto stanzierà il governo per la crisi idrica: la difficile ripartizione tra le Regioni

Per far fronte a questa spesa straordinaria il governo ha già stanziato oltre 100 milioni di euro da destinare proprio agli enti locali: la cifra ufficiale non è stata ancora resa nota, ma dovrebbe assestarsi in una forbice compresa tra i 112 e i 116 milioni di euro. Anche la ripartizione è ancora tutta da scrivere, soprattutto in virtù del fatto che buona parte di questi soldi saranno destinati alla realizzazione di circa 250 interventi per la riqualificazione (o, nei casi meno gravi, per il rafforzamento) degli impianti pubblici della rete idrica che trasporta l’acqua potabile nelle case degli italiani.

Ma aldilà di questi lavori sulle infrastrutture statali che – per forza di cose – richiedono tempi di realizzazione medio lunghi, le Regioni invocano nuovi finanziamenti urgenti per aiutare le molte imprese strozzate da questa situazione: solamente il Piemonte ha quantificato in quasi 9 milioni di euro i fondi necessari per far fronte all’emergenza. Le richieste degli altri governatori non sono ancora conosciute: l’unica cosa certa è che il tempo stringe e Mario Draghi dovrà fare l’ennesimo salto mortale per racimolare la somma equa per le tante realtà in ginocchio.