Il futuro del commercio online è il q-commerce, dove la q sta per “quick”, che in inglese significa “rapido”. Ne sono convinti gli analisti di tutto il mondo. Questo innovativo settore, in continua espansione negli ultimi anni e con un boom dall’inizio della pandemia, è quello delle consegne rapide e “on demand”.
Ci si riferisce con il termine q-commerce a tutte le aziende che promettono la consegna di beni, in genere alimentari, ma anche medicine o sigarette, tanto per citare alcuni esempi, in meno di un’ora, e in genere in un periodo compreso tra i 10 e i 15 minuti.
Il suo punto di forza, lo dice la parola stessa, è la rapidità. In un mondo sempre più connesso e veloce, i consumatori pretendono di avere subito a casa il loro acquisto fatto online. Ma come funziona il q-commerce?
Cos’è il Q-commerce e perché fa largo uso di cloud store
Il q-commerce non è troppo diverso dall’e-commerce, il commercio online, ma è la sua naturale evoluzione, che punta a mercati locali, con l’obiettivo di servire i singoli quartieri delle principali città, attraverso una rete di magazzini conosciuti anche come cloud store o dark store.
A differenza dei giganteschi magazzini dei colossi delle consegne online, i cloud store sono molto piccoli, e al loro interno hanno poche tipologie di prodotti, con uno stock continuo. Questo consente di ottimizzare i costi logistici e i tempi di consegna, rispondendo sempre alle esigenze dei clienti.
I cloud store sono disposti in vari punti strategici delle città, in modo da servire velocemente i vari quartieri. Il focus delle aziende che operano nel settore è infatti l’ultimo miglio, cioè il passaggio finale dall’hub al consumatore.
Per i q-commerce è l’investimento maggiore. Non avrebbe senso per questo tipo di business, infatti, puntare sulla preparazione rapida dei prodotti senza la possibilità di distribuire i beni, spesso deperibili, freschi o urgenti, subito dopo il click dell’utente sulle app e i siti.
Come avvengono le consegne con il quick commerce
A differenza del commercio online classico, che impiega camion e furgoni per fare più consegne possibili durante il corso di una giornata lavorativa, il q-commerce si muove in genere su due ruote e solo su richiesta, a ogni acquisto corrisponde un viaggio specifico.
Scooter, biciclette e monopattini elettrici sono i mezzi più usati in questo settore. I rider, a differenza dei corrieri classici, hanno dunque la facoltà di raggiungere più velocemente il cliente evitando il traffico e arrivando anche nelle vie più difficili e nelle zone a traffico limitato.
Chi e quali prodotti acquista attraverso il q-commerce
Altre due differenze sostanziali rispetto all’e-commerce classico sono il tipo di utente e la tipologia di acquisto del q-commerce. Con i servizi rapidi di delivery, a volte disponibili h24 e 7 giorni su 7, infatti, la tendenza è quella di comprare impulsivamente una modesta quantità di prodotti, magari l’essenziale per un pasto.
Il quick commerce è usato principalmente da giovani lavoratori e studenti, che hanno poco tempo per programmare la spesa settimanale o mensile e i pasti, o che dopo una giornata all’università o in ufficio decidono all’ultimo minuto di ordinare la spesa nel tragitto verso casa.
I dubbi sul modello q-commerce e i possibili rischi
Questo modello di business è quanto di più avanzato possa esistere a livello tecnologico. La logistica e lo stoccaggio del magazzino sono infatti in mano all’intelligenza artificiale, che tra l’altro mette in comunicazione le richieste dei clienti, i cloud store e gli operatori nelle vicinanze, con lo scopo di rendere la consegna immediata.
Ma la modernità arriva spesso con molti aspetti negativi, e prima di elogiare il q-commerce sarebbe necessario aprire riflessioni che riguardano il suo impatto ambientale, con meno emissioni e più consegne durante la giornata, sulle tipologie di contratto e la sicurezza sul lavoro dei rider e i turni degli operatori per un servizio h24 7/7.
Non sappiamo ancora se il q-commerce sostituirà totalmente l’e-commerce tradizionale o addirittura i negozi fisici. Sicuramente è necessario regolamentare il settore a tutela dei lavoratori e della concorrenza brick and mortar, e capire quanto il “tutto e subito” sia effettivamente un’esigenza o un capriccio.
Vi abbiamo spiegato qui perché le piccole aziende puntano tutto sull’e-commerce e qua i vantaggi del digitale rispetto ai negozi fisici. Il q-commerce punta tutto su due settori, che volano nelle vendite online. Come anticipato qui, sono moda e food i prodotti che trainano le vendite digitali.