Come cambiano i B&B: stretta della ministra Santanché

Un censimento dei B&B, un tavolo tecnico con gli operatori del settore e uno sguardo alla direzione intrapresa in materia dall'Europa. Poi anche in Italia si metterà mano a quella che la ministra del Turismo definisce una situazione da "far west".

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Dopo il tragico periodo dei lockdown il turismo in Italia è finalmente ripartito, fra criticità e nuove sfide. A complicare la gestione di quella che si preannuncia una ricca stagione estiva c’è però l’incognita dei lavoratori: secondo i calcoli di Assoturismo Confesercenti il settore avrebbe bisogno di un totale di 210mila addetti, ma le imprese lamentano già oggi una carenza di 50mila lavoratori fra camerieri, cuochi, impiegati alla reception, bagnini e altre figure.

Daniela Santanché contro il far west degli affitti brevi

La ministra del Turismo Daniela Santanché ha fatto il punto sulla situazione del turismo in Italia trattando diversi temi, fra cui la gestione dei bed & breakfast, la spesa media dei visitatori nel nostro Paese e il numero chiuso nelle città d’arte. Il tutto anche in vista degli importanti appuntamenti che aspettano l’Italia: il Giubileo del 2025, le Olimpiadi invernali del 2026 e la candidatura di Roma per Expo 2030. Le iniziative più incisive vengono annunciate sul fronte degli affitti brevi, che nel corso di una lunga intervista a ‘Il Messaggero’ la ministra definisce un vero e proprio “far west“.

“Le poche regole esistenti non vengono applicate”, lamenta Daniela Santanché e dunque urge “una regolamentazione vera”. Regolamentazione che verrà stilata dopo aver valutato ciò che elaborerà l’Europa su tale fronte. Previste alcune deroghe per situazioni che esprimono alcune peculiarità, “ad esempio nei piccoli borghi, dove non ci sono strutture ricettive e l’affitto breve è l’unica soluzione”. Un discrimine, fra gli altri, sarà di tipo quantitativo: “Se una famiglia decide di affittare una stanza non è giusto impedirlo. Discorso diverso invece se tu affitti con questa formula 20 appartamenti. Servono regole, quello che ho in mente io scontenterà qualcuno. E questo mi confermerà che sarà una regolamentazione giusta”.

Il primo step sarà fare un censimento degli immobili adibiti ad affitti brevi. Poi si procederà a valutare il da farsi. Il tavolo tecnico con i rappresentati di categoria è già stato aperto. Si attende di vedere come si muoverà l’Europa, per uniformare la disciplina italiana a quella comunitaria.

Puntare sul turismo di qualità

Contare il fatturato e non più le teste. La ministra Santanché chiede un cambio di passo: “Si è sempre pensato al numero di teste per dare i dati del turismo, oggi dobbiamo pensare invece alla spesa media di ogni visitatore. E su questo i nostri numeri sono più bassi di altri paesi europei. Ecco perché dico che bisogna alzare l’asticella, lo standard dei servizi”. Scetticismo invece sul numero chiuso nelle città d’arte: “Personalmente – dice Daniela Santanché – non trovo che il numero chiuso possa essere una soluzione per salvaguardare le città d’arte”.

Turismo e reddito di cittadinanza

Daniela Santanché ha inoltre parlato della crisi occupazionale nel settore. Crisi secondo lei imputabile alla pandemia che ha spinto una grande fetta di lavoratori del turismo a ricollocarsi in altri settori. Ma anche il reddito di cittadinanza, sostiene la ministra, gioca un ruolo avendo spinto molti a rinunciare a posizioni nel turismo o a pretendere ingaggi in nero al fine di non perdere il sussidio.