I colossi del carburante ritoccano al rialzo i prezzi raccomandati di benzina e diesel dopo che le quotazioni dei prodotti petroliferi hanno chiuso in forte salita per quest’ultimo. Ad aggiustare verso l’alto i prezzi è in particolare Eni, che aggiunge un centesimo ai prezzi raccomandati a livello nazionale, ma anche gli altri marchi procedono in questa direzione, seppure con importanti differenze in base al territorio. Mediamente, comunque, si registra un calo di 1 centesimo, ma nei singoli distributori si potrebbero osservare rincari.
Quanto costano la benzina e il diesel oggi
Secondo quanto riportato dall’elaborazione di Quotidiano Energia in base ai dati comunicati dai gestori al servizio Osservaprezzi del Ministero dello Sviluppo economico tra l’8 e il 14 aprile sono stati registrati i seguenti prezzi medi a livello nazionale, forse quelli più bassi del periodo che sta iniziando, con nuovi rialzi previsti a Pasqua e dopo.
- Benzina al self service resta a 1,767 euro al litro, con i prezzi dei diversi marchi compresi tra 1,736 e 1,791 euro al litro, e quello senza logo a 1,759.
- Benzina al servito cala a 1,911 euro al litro (da 1,912), con i prezzi dei diversi marchi compresi tra 1,824 e 1,998 euro al litro, e quello senza logo a 1,817.
- Diesel al self service passa a 1,759 euro al litro (da 1,760), con i prezzi dei diversi marchi compresi tra 1,738 e 1,773 euro al litro, e quello senza logo a 1,756.
- Diesel al servito passa a 1,904 euro al litro (da 1,905), con i prezzi dei diversi marchi compresi tra 1,825 e 1,982 euro al litro, e quello senza logo a 1,812.
- Metano in lieve calo tra 2,133 e 2,334, con il prezzo senza logo a 2,099 euro al litro.
- Gpl va dai 0,848 euro al litro ai 0,869, con il prezzo senza logo a 0,855 euro al litro.
Caro carburanti, mezzi pubblici nel caos
I rialzi dovuti alla guerra in Ucraina e all’inflazione crescente, che sembravano essersi arrestati dopo l’intervento del Governo sulle accise, continuano a disincentivare l’utilizzo dell’auto. Un effetto positivo, dunque, che fa bene all’ambiente. Ma che sta causando non pochi disagi nelle più grandi città italiane.
A Roma e a Napoli le aziende del trasporto pubblico locale, l’Atac e l’Anm, registrano un aumento dei passeggeri con punte del 30% negli scorsi tre mesi. A Milano si è passati da 1,5 milioni di persone sui mezzi pubblici di gennaio a 1,7 milioni. Siamo comunque lontani dai livelli pre Covid, con il 70% dei passeggeri rispetto al 2019.
E questa tendenza potrebbe aumentare ulteriormente nel prossimo periodo, insieme al prezzo del carburante: ecco quando salirà ancora.
I dati sono relativi solo alle metropolitane e ai treni urbani, considerando che sui bus, in cui è più facile aggirare i controlli ed evitare di obliterare il biglietto, l’utenza potrebbe essere aumentata molto di più.
Oltre alla scoperta dei mezzi pubblici, per motivi di portafoglio, da parte degli automobilisti più incalliti, a far aumentare il traffico sono stati anche la fine dello smart working (qua il nuovo decreto sul lavoro agile) e il ritorno dei turisti in tutta Italia, e in particolare nelle città del Sud. Qui il nostro approfondimento sul turismo sostenibile e rinnovabile.
La corsa ai bus e ai treni sta però causando non pochi disagi in tutte le grandi città, in cui circolano ancora troppi pochi bus e vagoni, non adatti a questo improvviso aumento della domanda – e a dirla tutta forse già in numero insufficiente prima della nuova emergenza.