Benzina, non solo caro-prezzi: occhio alle frodi al distributore

Dai controlli della Guardia di Finanza sono emerse violazioni in un distributore di carburante su due, sui prezzi praticati

A far alzare i prezzi della benzina non è soltanto la scalata delle quotazioni del greggio, ma spesso dietro il caro carburante c’è anche la mano dei distributori. Dai controlli della Guardia di Finanza risultano irregolari in media una pompa di benzina su due, per violazioni che hanno a che fare nella maggior parte dei casi con i prezzi praticati, dalla mancata trasmissione al Mise all’inosservanza degli obblighi di comunicazione ed esposizione delle tariffe, ma anche vere e proprie frodi, manovre anticoncorrenziali e pratiche commerciali scorrette.

Benzina, non solo caro-prezzi: i controlli della Gdf ai distributori

La Gdf ha registrato 690 violazioni sui 1.320 accertamenti effettuati sui distributori di benzina in merito al prezzo praticato, nei primi cinque mesi dell’anno. Si tratta di una percentuale di distributori fuori norma del 52,3%.

Ad essere oggetto di frode secondo quando emerso dal rapporto delle Fiamme gialle, sono state 177mila tonnellate di prodotti energetici consumate.

Grazie a un’attenta attività di controlli su tutta la filiera, coordinata da una cabina di regia apposita presso il Comando generale della Gdf, sono state passate al setaccio 1.500 tra società ed altre entità giuridiche sospette, e dagli 850 controlli fiscali effettuati è stata individuata, inoltre, un’imposta evasa per 230 milioni di euro, che hanno portato al sequestro di oltre 630 tonnellate di carburanti.

Le verifiche sulle quali si stanno concentrando gli sforzi della Guardia di Finanza rientrano nel piano contro le speculazioni sui rincari dei costi della benzina additate dal ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, e sui quali il governo ha avviato un’operazione straordinaria attraverso l’Antitrust, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambienti (Arera) e il Garante per la sorveglianza dei prezzi presso il ministero dello Sviluppo economico (Mise) che monitora l’andamento del caro carburante (qui abbiamo spiegato perché i prezzi di benzina e diesel tenderanno ad aumentare sempre di più in vista dell’estate).

Benzina, prezzo supera i 2 euro a litro: gli interventi del governo

Al netto dei controlli sulle manovre speculative a danno dei consumatori, la corsa del prezzo della benzina non si ferma e la verde torna a superare quota 2 euro al litro con un aumento di +7 centesimi registrato in soli sette giorni.

Secondo le rilevazioni del Ministero della transizione ecologica relative alla settimana chiusa domenica, la media nazionale in self service della benzina si attesta a 2,014 euro al litro, in risalita di 7,3 centesimi rispetto ai 7 giorni precedenti, pari a un rialzo del +3,8%, con una crescita registrata anche sul diesel che raggiunge i 1,935 euro al litro (+8,4 centesimi, pari a +4,5%).

Prezzi che hanno fatto scattare l’allarme dei consumatori che nel giro di una settimana si sono trovati a spendere 3,7 euro in più per ogni pieno. Per questo l’Unione nazionale consumatori chiede al governo di intervenire con un nuovo e più deciso taglio delle accise e con una riduzione dell’Iva dal 22% al 10%.

Il governo non avrebbe intenzione di stare con le mani in mano di fronte alla nuova ondata di caro benzina che imperversa ormai da settimane e sul tavolo del Cdm si stanno iniziando a vagliare diverse ipotesi di provvedimento (qui abbiamo parlato dei prezzi della benzina arrivati a livelli record).

Il PD ha proposto un Dpcm che blocchi – fissando un tetto massimo – il prezzo dei carburanti per almeno 60 giorni. Lo scopo, è stato spiegato, è impedire che nella stagione calda (contraddistinta da viaggi e spostamenti) il peso dell’inflazione ricada sui consumatori finali e sui trasporti in generale (qui avevamo riportato la proposta di un prezzo massimo sulla benzina).