“Autunno caldo” per gli italiani: come cambieranno i nostri acquisti e perché

Come cambiano le abitudini di acquisto e le tendenze di consumo degli italiani? Come ne risente la grande distribuzione?

Come cambiano le abitudini di acquisto e le tendenze di consumo degli italiani? Come ne risente la grande distribuzione? Il punto è chiaro: una speciale combinazione di fattori, geopolitici in primis, sta dando vita a uno scenario completamente nuovo per il settore della grande distribuzione in Italia.

A rivelarlo è l’ultima indagine NielsenIQ, che mette in evidenza come i trend positivi del settore del largo consumo registrati nei due anni della pandemia hanno subito una scossa a seguito dell’aumento dell’inflazione e del rallentamento della crescita economica, causati dalla guerra in Ucraina e prima ancora dalla crisi energetica che ha fatto schizzare in alto i prezzi delle materie prime.

Il quadro che emerge nei primi quattro mesi del 2022, rispetto al 2021, mostra un andamento diverso rispetto alle attese di mercato. I dati del primo trimestre per il cosiddetto Largo Consumo Confezionato (LCC) hanno registrato una contrazione pressoché costante fino al mese di marzo, ma, grazie anche al contributo positivo della Pasqua – con un +8% ad aprile – nei primi 4 mesi dell’anno la crescita del LCC si è attestata a oltre 1 punto.

Stando ai dati del 2019 di NielsenIQ rispetto all’anno corrente, l’e-commerce cresce a 2,6 rispetto allo 0,9 registrato nel 2019, anche i discount raggiungono attualmente quasi il 20% del valore, guadagnando 1 punto rispetto al 2019. Resta solida comunque anche la categoria dei supermercati, che tra il 2019 e il 2022 non ha riscontrato variazioni e registra oggi un valore del 38,3%.

L’inflazione nel largo consumo confezionato al momento si attesta intorno al 4,8%, ma le previsioni stimano che potrebbe arrivare oltre i 6 punti. Le variazioni reali dei prezzi raggiungono tuttavia una quota del 2,6%, mostrando un cambiamento dei comportamenti dei consumatori italiani, che stanno facendo scelte di spesa diverse. Inoltre, la riduzione dei volumi legati all’elasticità ai prezzi sarà del 2,5%.

All’interno dell’attuale contesto di mercato, particolarmente colpito dall’aumento dei prezzi, l’inflazione sta diventando un elemento strutturale e avrà impatti a lungo termine. L’effetto congiunto della recessione e dell’inflazione, combinato con l’incertezza legata all’evoluzione della pandemia e a della guerra, rende incerte le tendenze del mercato della grande distribuzione perché di fatto l’andamento è anticiclico.

Tradotto, significa che le variazioni anche più piccole possono avere un impatto significativo. Proprio a causa dell’imprevedibilità dello scenario, si prevede un “autunno caldo”, con una perdita del potere d’acquisto per le famiglie italiane.

Questi numeri indicano che gli italiani stanno iniziando a mettere in pratica delle strategie di risparmio, che compensano gli effetti al rialzo dei prezzi causati dall’inflazione, cambiando i prodotti nel proprio carrello e facendo più attenzione a selezionare i prezzi più bassi.

Questa tendenza fa emergere una polarizzazione delle fasce di consumatori: una parte delle famiglie sarà costretta a modificare maggiormente i propri stili di consumo perché vedrà diminuire ulteriormente il proprio potere di acquisto.

“In uno scenario tanto complesso quanto drammatico, le diverse realtà operanti nel settore del largo consumo, come retailer e manufacturer, devono collaborare per poter delineare delle linee guida e delle strategie da seguire. Fare network e indirizzare gli sforzi congiunti del mercato e del governo è quanto mai fondamentale per supportare consumi sempre più polarizzati e consumatori meno fidelizzati, in cerca del prezzo più vantaggioso per attutire il colpo” commenta Luca De Nard, Amministratore Delegato di NielsenIQ Italia.