Il primo ministro russo Mikhail Mishustin ha firmato un decreto, valido fino al 1° febbraio 2023, che abbassa notevolmente gli standard di sicurezza per il settore dell’auto, riportandolo indietro all’epoca sovietica. Una mossa che fa sprofondare la Russia nel passato, dettata principalmente dalla carenza di componenti e materie prime a causa delle sanzioni decise dall’Occidente. La ratio del documento è quella di evitare uno stallo che avrebbe paralizzato l’intera filiera, a causa dell’impossibilità dei produttori di Mosca di rispettare i requisiti finora previsti dalla legge per le nuove macchine.
Niente più sicurezza in auto: la Russia torna all’epoca sovietica e all’Euro 0
Tra le altre cose, il decreto firmato dal premier russo prevede la sospensione dell’obbligo di installare gli airbag nei nuovi veicoli. Oltre ai cuscini salvavita non dovranno più essere installati neanche altri dispositivi di sicurezza, come il controllo elettronico della stabilità (ESP), e dunque il sistema anti bloccaggio (ABS), e i pretensionatori delle cinture di sicurezza.
Cambiano anche le regole sulle emissioni di Co2, con auto che saranno sempre meno green. Il documento abolisce infatti anche gli standard europei che impongono l’installazione di marmitte catalitiche. In pratica, in Russia si torna all’Euro 0, come nel secondo Dopoguerra. Una decisione che riapre la strada all’uso di carburanti fortemente inquinanti, e a sistemi tradizionali ormai superati in tutto il mondo.
Bisogna precisare che spetterà ai singoli produttori decidere quali dispositivi installare nei propri modelli, ed è improbabile che nel 2022 possano uscire dalle fabbriche delle auto antiquate e poco sicure. Semplicemente la legge ora prevede che tutti i sistemi di sicurezza e di abbattimento delle emissioni siano facoltativi.
In Russia torna lo storico marchio di auto Moskvich? Cosa è emerso finora
Il settore dell’auto in Russia è fortemente in crisi a causa dell’abbandono del mercato da parte dei grandi brand esteri dopo l’invasione dell’Ucraina. I produttori stranieri hanno lasciato vuoti i propri impianti, e alcuni sono già stati acquistati dal Cremlino e dalle autorità locali. Potrebbero essere rimessi in funzione per far risorgere la Moskvich.
Lo storico marchio delle auto sovietiche dovrebbe riprendere vita all’interno dell’ex stabilimento Renault di Mosca, come vi abbiamo anticipato qua. La casa di produzione francese, grazie alla partnership con AvtoVAZ (a cui ora ha ceduto le proprie quote), negli anni aveva consolidato in Russia una fetta di mercato molto importante, vendendo circa mezzo milione di veicoli all’anno.
Sergey Sobyanin, sindaco di Mosca, ha fatto sapere di voler far ripartire la fabbrica per evitare di lasciare migliaia di lavoratori a casa. La produzione potrebbe ripartire con la collaborazione del produttore cinese JAC e di quello russo Kamaz, specializzato in veicoli per il trasporto merci. Si tratta tuttavia di speculazioni, anche perché considerato l’attuale clima internazionale, nessuno è ben disposto ad annunciare accordi con la Russia.
La Moskvich era stata fondata nel 1929 e ha continuato a produrre auto fino al 2010. È stata per l’URSS ciò che la Wolksvagen è stata per la Germania nazista. Non solo una fabbrica di macchine, ma un modo per annunciare al mondo l’autarchia in campo ingegneristico e produttivo. Il primo cittadino di Mosca ha espresso inoltre la volontà di voler puntare, almeno in un secondo momento, sulle auto elettriche. Il primo modello – anche se finora non si hanno progetti concreti né notizie confermate – potrebbe arrivare sul mercato russo già nell’ultimo trimestre del 2022.
E mentre la Russia fa questo clamoroso passo indietro, l’Europa punta sempre più verso lo stop totale delle emissioni. Conosciamo già infatti la data dello stop alle auto a diesel e a benzina, che potete trovare qui. In questi giorni circola insistentemente sul web la notizia per cui accendere l’aria condizionata in auto sarebbe illegale. Vi spighiamo qua cosa c’è di vero e se si rischia una multa.