Siamo tutti ormai abituati all’idea di poter viaggiare a basso costo, approfittando delle tante offerte che ogni anno vengono proposte dal settore dei voli lowcost.
Questi hanno subito svariati cambiamenti nel corso degli anni, basti pensare all’aumento del costo per i bagagli in cappelliera, un tempo compresi nella tariffa iniziale e oggi divenuti un extra.
Per quanto si continui a ripetere, con una certa regolarità, come questa formula non sia più sostenibile, i voli lowcost continuano a esistere e, se non si ha la necessità di partire in un preciso periodo dell’anno, come ad esempio nel costosissimo agosto, ci si potrebbe trovare in un’altra città o un altro Paese al costo di 20 euro, circa, se non meno.
Il sistema sta però nuovamente per cambiare, e non soltanto grazie a innovazioni come l’abbonamento per voli lowcost di Wizz Air. C’è da aspettarsi un aumento enorme dei biglietti, fino al 50% in alcuni casi, a causa dei biocarburanti imposti dall’Unione europea. Proviamo a capire cosa accadrà e a partire da quando.
I biocarburanti aumentano il prezzo dei voli
L’inizio dell’aumento dei prezzi dei biglietti aerei non è così distante come si potrebbe pensare. Si dovrebbe parlare in realtà di costi maggiori per i vettori ma, com’è facile ipotizzare, a subire parte dei danni delle modifiche tariffarie saranno gli utenti finali.
Tutto ciò è da ricondursi alla legge sui biocarburanti per l’aviazione imposta dall’Unione europea. Parliamo di ReFuelEu, che potrebbe modificare in maniera netta il settore in Europa già a partire dal 2025. Guardando agli spostamenti interni in Italia, ad esempio, la media si aggira oggi intorno ai 60 euro e l’aumento previsto entro il 2035, sarebbe di 30 euro, circa, il che rappresenta il 50%.
Incremento che andrà a sommarsi a quelli naturalmente generati dal mercato, dettati ad esempio dall’inflazione. In poco più di 10 anni spostarsi all’interno del proprio Paese, acquistando voli d’andata e ritorno, potrebbe rappresentare un privilegio destinato a certe classi, salvo interventi da parte dell’Ue con incentivi pubblici.
Ridurre le emissioni: le regole Ue
Gli atti posti in essere dal Consiglio europeo consentiranno di ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030. Un obiettivo a dir poco considerevole, che non intende limitarsi a ciò. Il programma prevede infatti il raggiungimento di quella che viene definita neutralità climatica entro il 2050.
Che ciò avvenga realmente è nell’interesse di tutto ma, al tempo stesso, occorre fare i conti sul costo che un cambiamento del genere avrà sul nostro stile di vita. Il benessere del nostro unico pianeta abitabile batte la volontà di preservare un sistema sociale che ha condotto alla crisi climatica attuale.
Su questo dovremmo essere tutti d’accordo ma proviamo a capire cosa dovrebbe accadere da qui a breve. Alcune norme impongono ai vettori l’uso di più biocarburante rispetto a quanto fatto oggi, aumentandone le quote sfruttate ogni 5 anni. A partire dal 2027, poi, saranno rimosse le quote di CO2 che le compagnie aeree potranno emettere gratuitamente. Ciò vuol dire pagare una cifra vicina ai 90 euro per ogni tonnellata immessa nell’ambiente.
Scendendo nel dettaglio, a partire dal 2025 tutti i voli in partenza da un aeroporto dell’area Ue dovrà utilizzare una data quota minima di biocarburante, Saf. Il primo step è del 2%, che diventerà il 20% nel 2035, il 34% nel 2040, il 42% nel 2045 e il 70% nel 2050. A ciò occorre aggiungere anche una quota di carburanti sintetici, ovvero l’e-kerosene. Un progetto ammirevole, che richiede però interventi concreti anche da parte dell’Ue stessa. Il settore ha infatti bisogno di un’industria solida e in grado di produrre il Saf per l’ambito aeronautico.
In attesa di accordi e incentivi, si va incontro a un chiaro aumento dei prezzi, considerando l’enorme differenza di costo esistente tra cherosene e Saf. Una tonnellata del primo prevede una spesa di 760, mentre nel secondo caso si aggira intorno ai 3.200 euro, che diventano 3.800 per l’e-kerosene.