Allarme gas, la Russia taglia le forniture a un altro Paese

L'Olanda, come tanti altri stati dell'Ue, si è opposta al pagamento delle forniture in rubli e la Russia ha deciso per il taglio del servizio

Mentre la guerra in Ucraina prosegue, così come le sanzioni che l’Europa sta commissionando alla Russia per l’invasione, da Mosca arrivano ulteriori risposte al conflitto. Come già avvenuto negli scorsi giorni, infatti, Gazprom ha deciso di dare lo stop alle forniture di gas a un altro Paese europeo che si è rifiutato di pagare in rubli.

Stop al gas dalla Russia, i motivi

Da martedì 31 maggio 2022 la compagnia olandese GasTerra non potrà più contare sulla fornitura di gas da parte della Russia. Come annunciato dalla stessa azienda, infatti, Gazprom ha comunicato l’interruzione del servizio portando la società dei Paesi Bassi a rifornirsi altrove. A dir la verità la decisione di Mosca era nell’aria già da qualche settimana e GasTerra, dal canto suo, si è mossa in anticipo per trovare un sostituto.

Alla base della decisione di Gazprom di chiudere i rapporti con l’Olanda c’è il solito e dibattuto pagamento in rubli che il Cremlino ha richiesto, a partire dal 31 marzo, a tutti gli acquirenti di gas russo dei paesi “ostili”. Ma GasTerra, così come deciso già da altre compagnie, ha scelto di non adeguarsi alla richiesta.

“GasTerra ha ripetutamente esortato Gazprom ad aderire alla struttura di pagamento e agli obblighi di consegna concordati contrattualmente, purtroppo senza alcun risultato”, ha spiegato la società.

Il governo olandese ha affermato di “comprendere” la decisione di GasTerra di non ottemperare alla richiesta “unilaterale” di Gazprom. “Questa decisione non ha conseguenze per la fornitura fisica di gas alle famiglie olandesi”, ha dichiarato su Twitter il ministro per il Clima e l’Energia, Rob Jetten.

No al gas, quanto perdono Russia e Olanda

Ovviamente la decisione di interrompere la fornitura di gas all’Olanda ha delle conseguenze economiche non di poco conto sulla Russia e sullo stesso Stato olandese (qui quanto costerà all’Ue la rinuncia al gas russo). Amsterdam, infatti, utilizza circa 40 miliardi di metri cubi di gas naturale, di cui circa 6 miliardi di metri cubi provengono dalla Russia. Numeri alla mano, secondo quanto riferito dal governo, la decisione del colosso energetico russo significa che 2 miliardi di metri cubi di gas non saranno forniti ai Paesi Bassi entro ottobre.

Gli olandesi dipendono dalla Russia per circa il 15% delle loro forniture di gas, ovvero sei miliardi di metri cubi all’anno. Il dato è inferiore alla media europea del 40%, ma come altre nazioni europee, i Paesi Bassi stanno cercando di ridurre la propria dipendenza dall’energia russa. Per far fronte alla possibile crisi energetica, il governo olandese ha già ritardato la chiusura di un enorme giacimento di gas nella provincia settentrionale di Groningen, che ha subito ripetuti terremoti a causa dei processi di estrazione.

Non solo Olanda, i no al rublo

In questo cammino di indipendenza dal gas russo l’Olanda non sarà sola. Il governo di Amsterdam, infatti, è soltanto l’ultimo in ordine cronologico a essersi opposto al pagamento delle forniture in rubli e a subire lo stop. Nelle scorse settimane, infatti, anche la Finlandia ha subito l’interruzione delle forniture, così come la Danimarca.

Altri paesi, come Italia e Germania, hanno invece autorizzato le loro compagnie, nel nostro caso l’Eni, a seguire il decreto del Cremlino sul pagamento delle forniture.