Recovery plan, Conte: “Se falliamo giusto andare a casa”

Cosi il premier Giuseppe Conte, rivolgendosi agli studenti dell’istituto Battaglia di Norcia.

Ora che si inizia a parlare di progetti, si entra nel vivo del Recovery plan, con le prime tranches di prestiti agevolati e soldi a fondo perduto in arrivo dal 2021. Una sfida importante per il governo, che il premier Conte ha anzi definito decisiva anche per le sorti dell’esecutivo.

“Tutti stanno mettendo a punto i piani, il nostro è già in fase avanzata di studio e approfondimento ed è dedicato a voi. Se noi perderemo questa sfida, voi avete il diritto di mandarci a casa”. Cosi il premier, rivolgendosi agli studenti dell’istituto Battaglia di Norcia.

Due le direttrici sulle quali il governo è intenzionato a muoversi fin dall’inizio: La proroga dal 2024 di superbonus del 110% e sismabonus e passi ulteriori sul taglio delle tasse sul lavoro agendo su cuneo fiscale, detassazione degli aumenti e incentivazione alla contrattazione di secondo livello.

Non un assegno in bianco, le risorse del maxi-fondo che solo per l’Italia stanzia circa 209 miliardi (su un totale di 750 mld complessivi) ma esborsi costantemente monitorati dalla Commissione e condizionati agli obiettivi preposti. Pena lo stop del finanziamento. ”Ora dobbiamo essere all’altezza dell’occasione da tutti i punti di vista. Innanzitutto nel gestire al meglio la fase di ulteriore riapertura del Paese e di gestione dell’epidemia e delle sue conseguenze economiche e finché la crisi della pandemia non sarà superata. In secondo luogo utilizzare al meglio le risorse del programma di Recovery Fund”, afferma in proposito ilministro dell’Economia Roberto Gualtieri.

E aggiunge il titolare del Mef: ”il supporto europeo è destinato a sostenere pacchetti di investimenti e riforme, non può consistere in una ondata di spesa corrente o di tagli di imposta che non siano sostenibili nel tempo. E invece devono rappresentare e determinare quel pacchetto di maggiori investimenti pubblici, come il rilancio dell’istruzione, formazione, ricerca, infrastrutture, di sostegno agli investimenti privati, soprattutto in innovazione e sostenibilità”.

Un messaggio che esclude tagli fiscali finanziati con le risorse europee ma apre a investimenti che abbiano un effetto leva sulla crescita creando i presupposti per ridurre le tasse. Tagli delle tasse che, come indicato in varie sedi dallo stesso ministro, potrebbero anche autofinanziarsi con la lotta all’evasione o lo sfoltimento delle tax expenditure. Sul recovery plan nazionale invece l’obiettivo di finanziare iniziative coerenti e produttivi: “non faremo centinaia di microprogetti ma pochi grandi progetti – chiarisce Gualtieri- a loro volta questi saranno anche collegati da una logica a missione, quello che conta non è la logica burocratica del singolo progetto ma l’obiettivo complessivo che si vuole raggiungere che richiede poi un intreccio di investimenti, riforme, policy”.