Putin ci taglia il gas, inverno al freddo sempre più vicino

Putin prosegue la sua guerra energetica all'Occidente con un ulteriore colpo di scure sui flussi verso Ue e Italia. E intanto il prezzo del gas naturale vola, e l'inverno preoccupa.

Gazprom, la compagnia ptreolifera russa per eccellenza, ha deciso di tagliare le forniture di gas all’Europa e in particolare all’Italia, contribuendo a infliggere nuove sofferenze al mercato e, di conseguenza, a famiglie e imprese. A fronte di una richiesta giornaliera di gas da parte di Eni pari a circa 63 mln di metri cubi, Gazprom ha comunicato che fornirà solo il 50% di quanto richiesto (con quantità effettive consegnate pressoché invariate rispetto ieri).

La motivazione ufficiale è che, a causa delle sanzioni, mancano pezzi di ricambio per la manutenzione dei gasdotti. In realtà si tratta di una mossa meramente politica, che ha colpito anche la Francia prpprio nei giorni in cui Draghi Macron e Scholz sono andati a sostenere Zelensky a Kiev. L’operatore del sistema di trasporto del gas francese GRTgaz ha infatti annunciato che dal 15 giugno non riceve più il gas russo via gasdotto, con “l’interruzione del flusso fisico tra Francia e Germania”.

Taglio del gas russo: le reazoni politiche

“I motivi per i tagli di forniture che colpiscono un po’ tutta l’Europa ci viene detto sono tecnici, una delle spiegazioni è che la manutenzione è difficile a causa delle sanzioni. Da parte della Germania e nostra e di altri riteniamo che queste siano bugie, che in realtà ci sia un uso politico del gas, come c’è un uso politico del grano”, aveva detto ieri il premier Mario Draghi, parlando a Kiev dopo l’annuncio della riduzione della fornitura all’Italia da parte di Gazprom.

“Da mercoledìGazprom ha annunciato una restrizione dei flussi di gas. Questa restrizione è stata calcolata sulle capacità totali e ieri è stata circa del 10%. Sta di fatto che stiamo ricevendo meno gas e questo impatta non tanto sulle nostre attività giornaliere quanto sugli stoccaggi”, spiegava inoltre il ministro Cingolani. Le motivazioni alla base della riduzione dei flussi, sottolineava, “possono essere tecniche ma anche di pressione politica. Ora noi stiamo monitorando costantemente con gli operatori i flussi e se dovesse trattarsi di una cosa contingente, di uno o due giorni, allora l’emergenza rientra. Se invece dovesse rientrare in una dimensione stabile, per metà della settimana prossima, abbiamo tutti i nostri operatori pronti ad intervenire”.

Taglio del gas russo: la strategia del Cremlino

Al di là delle rappresaglie politiche, quella di Mosca sembra una mossa studiata. Riducendo in parte le forniture, infatti, la Russia fa impennare il prezzo dell metano. Nelle ultime ore è arrivato a 148,99 euro, +24%, per poi assestarsi su 135,16 euro, +10,7%. Così mentre i tre leader europei manifestano il loro sostegno a Zelensky, i loro paesi pagano una bolletta salata a Putin.

I timori per l’inverno

Non solo, ma tagliando le forniture Putin si “assicura” anche per il prossimo futuro: non mette infatti a rischio i consumi nell’immediato, ma rallenta sensibilmente gli stoccaggi per l’inverno, rendendoci se possibile ancora più dipendenti da Mosca. Il ministro Cingolani ha ribadito che nella seconda metà del 2024 l’Italia non avrà più bisogno del gas russo, ma per il psossimo inverno certezze non ce ne sono: il razionamento del gas per famiglie e industrie è sempre più probabile.

Stato di emergenza in arrivo?

Secondo la Reuters il governo potrebbe dichiarare lo stato d’allerta sul gas la prossima settimana se le riduzioni della Russia nelle forniture dovessero perdurare, secondo fonti governative. Oggi, per il terzo giorno consecutivo Eni ha registrato una minore fornitura da Gazprom rispetto alle richieste. Ieri il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha detto che se questa riduzione di fornitura dovesse perdurare, a inizio della prossima settimana il governo è pronto a mettere in campo contromisure. L’Italia ha raggiunto un tasso di riempimento negli impianti di stoccaggio di gas pari al 54% della capacità totale.

La Cina compra

Anche perché, almeno nell’immediato, la Cina surroga abbondantemente le fette di mercato che la Russia perde in Europa. Con un aumento delle vendite di gas del 67% nel 2022, secondo i dati forniti dal monopolista di Stato dell’energia Gazprom -, nuovi tagli radicali agli approvvigionamenti dell’Europa Occidentale attraverso Nord Stream 1 potrebbero essere all’orizzonte.