Crescita del PIL al 6% nel 2021 e 4,7% programmatico nel 2022 e riduzione del rapporto Debito pubblico e Prodotto Interno Lordo per quest’anno al 153,5% dal 155,6 per cento nel 2020. Sono alcuni dei dati contenuti nella Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (NaDEF) approvata questa mattina dal Consiglio dei Ministri.
Scenario programmatico
Nello scenario programmatico la crescita del PIL sarà poi del 2,8% nel 2023 e dell’1,9% nel 2024, mentre per quel che riguarda il rapporto Debito/PIL il ritorno ai livelli pre-crisi (134,3%) è previsto entro il 2030. Nel frattempo, secondo la NaDEF, il debito diminuirà al 149,4% del PIL il prossimo anno, al 147,6% nel 2023 e al 146,1% nel 2024.
Il ministro
“La situazione sanitaria ed economica è nettamente migliorata negli ultimi mesi. Nel nostro Paese, ciò è avvenuto grazie a misure preventive ben calibrate, al grande sforzo del personale sanitario, alla consapevole disciplina dimostrata dai cittadini, alle misure di sostegno economico attuate dal Governo e, in misura crescente, all’avanzamento della campagna di vaccinazione contro il Covid-19”, si legge nella premessa del documento firmata dal ministro dell’Economia, Daniele Franco.
Il deficit torna quindi sotto il 10%, riducendo il livello rispetto alle previsioni di primavera. L’indebitamento netto nel 2021 si attesterà al 9,4% (dall’11,8 stimato nel DEF). Nel 2022 il deficit sarà al 5,6%, per scendere al 3,9% nel 2023 e avvicinarsi al 3% nel 2024 (3,3%). Lo spazio di manovra per il 2022 aperto dalla differenza tra deficit tendenziale e programmatico ammonta a circa 22 miliardi. Il deficit programmatico è infatti fissato al 5,6% del PIL e il tendenziale al 4,4%. La differenza pari a 1,2 punti si traduce così in risorse comprese tra i 21 e i 22 miliardi.
Occupazione
Nella NaDEF l’occupazione è data in crescita nel 2021 del 6,5% dopo il crollo del 10,3% registrato nel 2020. Le stime sul lavoro contenute nella NaDEF prevede che il tasso di disoccupazione sarà del 9,6% nel 2021, rispetto al 9,3% del 2020. Il PIL italiano tornerà ai livelli precedenti la crisi Covid, quelli del quarto trimestre del 2019, nel secondo trimestre del 2022.
Inflazione e previsioni
Il documento segnala inoltre che una ripresa prolungata dell’inflazione potrebbe costituire un rischio per la crescita. I recenti rincari legati all’aumento dei prodotti energetici “potrebbero persistere per un periodo più lungo di quanto attualmente scontato dai futures su petrolio e gas”. Se così fosse, l’inflazione più alta “ridurrebbe il potere d’acquisto delle famiglie e farebbe rallentare la ripresa” e su un orizzonte più lungo potrebbe innescare un rialzo dei salari con “conseguente persistenza dell’impulso inflazionistico”. L’aspettativa di una risposta delle banche centrali potrebbe a quel punto causare tensioni nei mercati finanziari.
Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, oggi alle ore 16.00 terrà una conferenza stampa insieme al ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio.