La pandemia non ha rallentato il mercato dei mutui e dei prestiti a famiglie ed imprese, che hanno continuato ad aumentare a tassi elevati – il sindacato dei bancari FABI calcola 34 miliardi in più dal 2020 ad oggi – ma si rischia ora un rincaro per effetto del “ritocco” dei tassi operato dalla BCE. Saranno più cari i mutui a tasso variabile ed anche i mutui a tasso fisso di nuova accensione ed il maggior costo rallenterà inesorabilmente la concessione di mutui alle famiglie, condizionando anche il buono stato di salute del mercato immobiliare.
n due anni 80 miliardi in più a famiglie e imprese
Negli ultimi due anni e mezzo le banche, nonostante le difficoltà legate al Covid, anche sul piano economico, hanno erogato 34 miliardi di euro di nuovi prestiti ipotecari, con una crescita del 9%. Il totale dei finanziamenti per l’acquisto di abitazioni è passato da 383 miliardi di fine 2019 ai 417 miliardi di maggio 2022:
L’importante sviluppo di questo comparto del mercato creditizio è stato certamente favorito dai bassi tassi di interesse, che hanno fatto
aumentare anche il credito al consumo di 1,9 miliardi (+1,8%) e gli altri prestiti alle famiglie di 6,1 miliardi (+4,5%).
Le banche dunque hanno erogato liquidità aggiuntiva alle famiglie per 42 miliardi, facendo salire l’ammontare degli impieghi da 630 a 672 miliardi (+6,67%).
Nello stesso periodo, i prestiti verso le imprese sono cresciuti del 6,1% corrispondente a un aumento di 38 miliardi. Lo stock degli impieghi delle banche al settore privato, dunque, ha raggiunto quota 1.342 miliardi, in aumento di oltre 81 miliardi (+6,2%).
La BCE “gela” il mercato del credito
Questo scenario è destinato però a subire una inversione di rotta per effetto delle decisioni assunte dalla Bce, che ha deciso per l’aumento dello 0,50% del costo del denaro.
Questo modificherà il futuro di imprese e famiglie e si scontrerà con garanzie statali in scadenza, rate più gravose e nuovi finanziamenti meno vantaggiosi. Nei prossimi mesi, l’aumento del costo del denaro farà salire i tassi di interesse praticati dalle banche sui nuovi mutui.
Mutui già più cari
In realtà i primi incrementi dei mutui si sono già registrati nelle ultime settimane, poiché il mercato anticipa sempre le scelte di politica monetaria. Si va quindi incontro a una importante inversione di tendenza rispetto al trend degli ultimi anni: nel 2018, la media dei tassi di interesse sui mutui era pari al 2,26% è poi è progressivamente calata nei tre anni successivi, scendendo all’1,88% nel 2019, all’1,69% del 2020, all’1,59% del 2021, per poi cominciare la risalita. Già a maggio scorso gli interessi medi sono arrivati all’1,61%, ma negli ultimi giorni si sono registrati picchi attorno al 3%.
Il rialzo dei tassi, più ampio di quanto previsto qualche mese fa, rappresenta ora una minaccia per famiglie e imprese oltre, che un duro
colpo per quelli che hanno già scelto la strada di un finanziamento a tasso variabile per i quali il rischio di una spirale economica negativa – provocata dal binomio inflazione e costo del credito – è ormai già realtà.
Effetti negativi sul mercato immobiliare
Per Lando Maria Sileoni, segretario generale della FABI, le banche potrebbero trovare sempre più difficile concedere denaro per l’acquisto di abitazioni, anche per effetto delle regole più rigide sui crediti bancari che – denuncia il sindacalista – “rappresentano un pesante limite allo sviluppo e alla crescita del nostro Paese”
Questo avrà gioco forza una ricaduta sul mercato immobiliare che corre il rischio di ingessarsi per effetto delle rate più care e delle difficoltà delle famiglie, amplificate dall’inflazione galoppante.