La festa è finita, gli amici se ne vanno. Ma non del tutto. Perché nell’accordo che decreterà il passaggio di proprietà del Milan Ac al fondo di private equity americano RedBird, l’attuale proprietà, il fondo Elliott di Paul e Gordon Singer, manterrà una quota minoritaria, senza lasciare del tutto il club rossonero. Che resterà dunque pienamente americano, mentre il fondo del Bahrain Investocorp, che sembrava sul punto di chiudere l’affare, è ormai definitivamente scavalcato.
Firma a giorni
Vanno ancora limati gli ultimi dettagli, ma la cessione del club a Redbird avverrà alla fine della prossima settimana, quando ci saranno le firme. In aprile era dato per fatto l’accordo di Elliott col fondo Investcorp, base in Barhain ma con un azionista degli Emirati Arabi Uniti, Mubadala. L’offerta degli arabi da 1,2 miliardi di euro, però, è stata superata proprio all’ultima curva da RedBird, pronta a mettere sul piatto 1,4 miliardi di dollari statunitensi (1,3 miliardi di euro) con la possibilità di salire fino a 1,8 miliardi.
Il management
E’ già stato segnalato a Milano Gerry Cardinale, fondatore della società e probabile riferimento per il club nei confronti della nuova proprietà. L’organigramma societario dovrebbe restare invariato. Paolo Maldini e Frederic Massara, direttore area tecnica e direttore sportivo, saranno confermati. E non è escluso che un ruolo possa conservarlo anche l’attuale Ad, espressione di Elliott, Ivan Gazidis, il cui contratto scadrà a novembre.
RedBird nel calcio
RedBird capital partners ha investito 750 milioni di dollari in Fenway sports group (Fsg), la società proprietaria del Liverpool, che si giocherà la finale di Champions League nei prossimi giorni contro il Real Madrid. Inoltre detiene il pacchetto di maggioranza del club francese del Tolosa, promosso nella massima serie transalpina. Il tutto nel’ambito di investimenti, negli ultimi anni, in ben 20 asset sportivi, a partire dal football americano.
Filosofia
La filosofia societaria, stante una maggiore disponibilità economica, potrebbe non discostarsi troppo dalla gestione Elliott. Dunque niente spese folli ma investimenti oculati e ponderati. La Gazzetta dello Sport ha voluto ipotizzare quello che sarà il piano di RedBird, avvalendosi dalle informazioni provenienti dai progetti sportivi già sviluppati altrove. Gerry Cardinale, fondatore e patron del fondo originario di Dallas, ha spiegato giorni fa la sua filosofia. “Si dice che per vincere bisogna spendere un sacco di soldi, ma perché? Io dico che bisogna essere più intelligenti degli altri e non sacrificare il denaro”. Cardinale è un manager che punta sull’investimento solido, sull’analisi del mercato e non certo sullo sperperare denaro. Anche nel calcio, come dimostra l’esempio Tolosa.
Già nel club francese, portato immediatamente alla promozione in Ligue 1, il fondo RedBird si è avvalso del piano Moneyball, ovvero la strategia di ricerca dei giovani talenti a costi contenuti sviluppata da Billy Beane già nel baseball. Un ampio lavoro di scouting, agevolato da programmi informatici aggiornati.
Mercato
Naturalmente anche il mercato estivo del Milan è condizionato dal passaggio di consegne, al di là delle trattative già imbastite e quasi concluse, vedi Origi dal Liverpool. Ma RedBird vuole alzare l’asticella nel Milan: sa che i rossoneri non sono il Tolosa, hanno appena vinto lo Scudetto e tradizionalmente hanno un marchio vincente nel mondo.
Per questo, oltre al piano Moneyball, si è certi che Cardinale regalerà anche un super colpo di mercato ai tifosi rossoneri. Un acquisto importante per far subito parlare di sé e dare al Milan un’immagine dominante in Europa. Dunque spesi responsabili sì, ma qualche eccesso se consentito che non farà certamente male al brand ed alla squadra.