Rinvio al 2023 della plastic tax e della sugar tax e taglio dell’Iva sugli assorbenti. Sono alcune delle misure comunicate da Palazzo Chigi al termine del Consiglio dei ministri che ha approvato il documento programmatico di Bilancio, che dovrà essere mandato adesso alla Commissione europea e che rappresenta l’ossatura della prossima Legge di Bilancio. Una manovra da 23 miliardi di cui almeno 8 saranno destinati al taglio delle tasse.
Manovra, ancora un rinvio per la plastic tax
Ancora un rinvio per la plastic tax, che andrà in vigore nel 2023. La plastic tax è l’imposta sul consumo della plastica monouso che sarebbe dovuta partire già nel luglio del 2020, ma ha subito diversi rinvii.
L’obiettivo della plastic tax sarebbe quello di disincentivare l’utilizzo di prodotti di plastica e, contemporaneamente, di portare progressivamente a una diminuzione della produzione della stessa. Fa riferimento a una direttiva europea, la 2019/904/UE, pensata per ridurre l’impatto sull’ambiente dei prodotti in plastica nel caso siano disponibili delle valide alternative.
Ricordiamo che si tratta di un’imposta fissata nella misura di 0,45 euro per chilogrammo.
Manovra, stop alla sugar tax
Viene rinviata al 2023 la sugar tax, l’imposta di consumo sulle bevande zuccherate. La sugar tax è una tassa stabilita dalla Legge di Bilancio 2020, rientrante nella cosiddetta categoria di imposte correttive, che andrà a colpire le bevande analcoliche edulcorate: 10 euro per ettolitro nel caso di prodotti finiti; 0,25 euro per kg nel caso di prodotti predisposti a essere utilizzati previa diluizione.
Soddisfazione per il rinvio della sugar tax è stata espressa dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini: ‘Il rinvio della sugar tax al 2023 salva oltre 5mila posti di lavoro e 180 milioni di euro di fatturato con un pesante effetto valanga sull’intera filiera”.
Manovra, taglio Iva sugli assorbenti
In manovra ci sarà il taglio della tampon tax. Tra i provvedimenti spicca “il taglio dal 22% al 10% dell’Iva su prodotti assorbenti per l’igiene femminile”.
Con con un peso dell’Iva pari al 22% per i prodotti per l’igiene mestruale, l’Italia è tra i peggiori Paesi in Europa per l’accessibilità a questi prodotti indispensabili. Ad oggi nel nostro paese gli assorbenti femminili sono beni ordinari (cioè che non godono di aliquota ridotta) come vino, sigarette e vestiti: l’Iva, quindi, è al 22%. La conseguenza è che gli assorbenti hanno prezzi tra i più alti in Europa: nel Regno Unito l’Iva è al 5%, in Francia al 5,5, in Germania nel 2019 grazie a una petizione è scesa dal 19 al 7 percento. La tampon tax italiana invece è sui livelli di Ungheria (27%), Danimarca, Svezia e Norvegia (25%).