La ‘ndrangheta maledice il Pos al ristorante: “Ci ha fatto perdere soldi”
La ‘ndrangheta maledice il Pos al ristorante: “Ci ha fatto perdere soldi”
Dal blitz contro le cosche calabresi emergono risvolti curiosi sul riciclaggio di danaro dai ristoranti, messo a dura prova da pandemia e pagamenti digitali.
5 Maggio 2023 09:23
Fonte: ANSA
Transazione con bancomat attraverso un terminale Pos.
Alla ‘ndrangheta non piace il Pos. Non per questioni ideologiche, come nell’ormai inevitabile polarizzazione della nostra politica più votata al marketing elettorale che alla solidità delle questioni, quanto per ragioni meramente pratiche. Perché il riciclaggio di danaro che le organizzazioni criminali praticano tramite il controllo dei ristoranti, fra pandemia da Covid e utilizzo crescente dei pagamenti digitali, ha ridotto di parecchio le entrate, come emerge dalle intercettazioni emerse nell’inchiesta ‘Eureka’ sulle cosche calabresi. Dove i boss si lamentano per i soldi persi nell’ambito della ristorazione. Ecco ciò che hanno scoperto gli inquirenti.
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Oltre 200 gli arresti eseguiti tra Italia, Germania e Belgio, 150 perquisizioni, eseguite in Spagna, Portogallo, Francia, Romania e Slovenia. Venticinque milioni di beni sequestrati: in Calabria, in Portogallo e a Roma, dove le cosche gestivano fra gli altri il ristorante Pallotta di Ponte Milvio e La Rampa di piazza Mignanelli. Le indagini del Ros hanno ricostruito le movimentazioni di droga e soldi tra maggio 2020 e gennaio 2022.
Armi e coca
Il 'core business' delle cosche restano le armi e la droga, spesso insieme, come testimonia la 'missione' brasiliana di un gruppo calabrese. L'inchiesta arte dalla Dda di Reggio Calabria, guidata dal procuratore Giovanni Bombardieri, in collegamento con le procure distrettuali di Genova e Milano, la procura federale Belga e le autorità giudiziarie tedesche.
"È stata documentata - scrive il gip - l'organizzazione da parte di Morabito di una spedizione in Brasile di un container carico di armi da guerra, provenienti dai paesi dell'ex Unione Sovietica, fornite da un'organizzazione criminale operante in Italia e in Pakistan", armi scambiate con un gruppo paramilitare in cambio della droga.
La frenata dei ristoranti
Come accennato, ha invece fatto registrare una brusca frenata il business della ristorazione, dove chiusure causa Covid e aumento dei pagamenti tracciabili hanno assottigliato la quota di 'nero' utile ai boss. A Roma in un appartamento in via della Farnesina gli uomini del clan, intercettati dal Ros, contavano i soldi realizzati nel locale di Ponte Milvio e nei cinque ristoranti in Portogallo. E si lamentavano, perché l'obbligo del Pos aveva arrecato danni notevoli: "C'abbiamo perso un milione di euro". Annota il gip: "I due si lamentano dei pagamenti effettuati tramite Pos, circostanza che limita notevolmente il margine di manovra per distrarre somme dagli incassi della società".
Rammarico anche per le chiusure dovute alla pandemia: "Nel 2018 - dicono - erano 29mila euro di spartizione, 116mila abbiamo diviso, 29mila euro a testa. Proprio, in assoluto è stato nel 2017, 48mila euro a testa. Ci siamo divisi 194 mila euro". E sostengono che un risultato analogo avrebbero conseguito anche nel 2021 senza le chiusure dovute alla pandemia.