La pandemia ha lasciato il segno, peggiorando la situazione e le aspettative delle famiglie italiane. Il sopraggiungere dell’inflazione e la perdita del potere d’acquisto hanno poi prodotto uno shock che va oltre la pandemia e che, a tre anni di distanza dall’emergenza sanitaria, sta condizionando il sentiment e le scelte di consumo e di risparmio. Basti pensare che 1 italiano su 2 è pessimista poiché ritiene che l’andamento dell’economia del Paese sia peggiorato. E’ quanto rilevato dal 35° Rapporto Eurispes presentato oggi a Roma.
“Non siamo in tempi ordinari”, ha ammesso il Presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara, spiegando che “la straordinarietà del tempo attuale si misura con il fatto che eventi considerati imprevedibili, incredibili stanno diventando un elemento di normalità nelle nostre vite, sono valutati e vissuti come se fossero eventi e processi non destinati a modificare nel profondo gli assetti e le dinamiche delle nostre società e le nostre vite personali”.
Cresce il pessimismo sull’economia
Se il 53,8% dei cittadini ha detto di vedere un peggioramento dell’economia nell’ultimo anno, c’è da rilevare che questo dato è stato condizionato dalla pandemia, che ha prodotto maggior pessimismo: fino al 2020 prevaleva infatti l’opinione che la situazione fosse sostanzialmente stabile.
C’è una tendenza al pessimismo anche se si guarda al futuro economico dell’Italia nei prossimi 12 mesi, anche se molti sperano nella stabilità: il 30% teme che peggiorerà e solo l’8,5% conta in un miglioramento, mentre il 31,2% degli italiani prevede una situazione stabile; c’è anche un 30,2% che non sa o non risponde.
Situazione personale più tranquilla. Nonostante la percezione di un peggioramento della situazione economica del Paese, il 42% degli intervistati afferma che la situazione economica personale/familiare negli ultimi 12 mesi è rimasta stabile.
Pesa l’inflazione, si tagliano regali e pasti “fuori casa”
La stragrande maggioranza degli italiani (75,1%), nel corso dell’ultimo anno, ha visto aumentare i prezzi in Italia, soprattutto per le bollette, i generi alimentari e la benzina (con oltre il 90% delle indicazioni).
Per tutta risposta, sono state ridotte le spese per i regali (69,6%); acquistati più prodotti in saldo (64,6%), o in punti vendita più economici (61%) o, nel caso dei prodotti alimentari, acquistato nei discount (56,2%); molti hanno cambiato marca di un prodotto alimentare se più conveniente (64%).
E soprattutto, il 60,5% degli italiani ha rinunciato più spesso ai pasti fuori casa, mentre il 58,6% ha ridotto le spese per viaggi e vacanze e il 57,2% quelle per il tempo libero. Il 77,8% ha limitato le uscite fuori casa; circa il 70% ha preferito film in streaming, in dvd o su piattaforma al posto del cinema. Il 63,6% guarda le partite in Tv anziché andare allo stadio.
Il 61% ha sostituito le uscite in pizzeria o al ristorante con le cene a casa con gli amici. Il 56,7% si porta il pranzo in ufficio o all’università da casa per ridurre le spese, mentre altri più spesso vanno a pranzo o a cena da genitori o parenti (45,5%).
Le spese più “pesanti”
La spesa che più spesso mette in difficoltà le famiglie è il pagamento del canone d’affitto (48,4%), seguita dalle bollette e utenze (37,9%; +3,5% rispetto al 2022) e dalla rata del mutuo (37,5%), mentre tre italiani su dieci hanno difficoltà a pagare le spese mediche (30,1%; +5,6%).
Sul fronte del risparmio solo 1 italiano su 4 riesce a risparmiare (24,6%) e il 38,9% delle famiglie è costretta ad utilizzare i risparmi per arrivare a fine mese. Nelle difficoltà economiche la famiglia d’origine funziona ancora da ammortizzatore sociale (36,8%).
Si ricorre alle “rate” con più frequenza
A causa delle limitate disponibilità cresce il ricorso alla rateizzazione dei pagamenti per affrontare l’acquisto di nuovi beni (45,8%): il 16,3% ha scelto piattaforme on ine che offrono servizi finanziari senza interessi (ad es. Klarna, Scalapay, ecc.).
Il bisogno di risparmiare ha invece spinto il 29,5% degli italiani a pagare in nero alcuni servizi come ripetizioni, riparazioni, baby sitter, medici, pulizie, ecc., il 28,6% ha dovuto rinunciare alla baby sitter e il 28% al/alla badante.
Il 17,4% dei cittadini intervistati ha avuto bisogno di ricorrere a prestiti bancari o a finanziarie negli ultimi 3 anni soprattutto per l’acquisto della casa (37,4%) e dell’auto/moto (36,3%). Solo il 22,8% pensa di poter risparmiare nei prossimi 12 mesi.