Scatta il riordino degli incentivi alle imprese nell’ottica di razionalizzare la selva di aiuti economici a favore delle categorie produttive, ma anche di semplificare gli iter di richiesta degli incentivi nell’ottica di una riduzione dei tempi e dei costi delle domande. Lo ha deciso ieri il Consiglio dei Ministri con l’approvazione di un disegno di legge urgente, su proposta del Ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.
Un intervento inserito nel PNRR che aveva previsto la stesura di un “Disegno di legge sulla revisione organica degli incentivi e potenziamento e semplificazione di quelli per le imprese del Sud”. Una vocazione soddisfatta solo in parte, giacché al Mezzogiorno è riservata solo l’enunciazione di uno dei principi chiave dell’intervento normativo.
Gli obiettivi
Il disegno di legge approvato ieri delega il Governo ad adottare, entro ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi per la definizione di un quadro organico per la concessione degli incentivi alle imprese.
L’obiettivo principale è quello di razionalizzare e semplificare gli incentivi concessi alle categorie produttiva, ma anche ridurre i tempi e i costi delle relative richieste da parte delle imprese.
I principi guida
Le nuove norme introducono una serie di principi guida per gli interventi di incentivazione. Il primo riguarda la programmazione degli interventi da parte di ciascuna amministrazione, con indicazione della loro estensione temporale, anche pluriennale, in modo da assicurare un sostegno tendenzialmente continuativo e adeguato alle finalità stabilite. Un elemento importante quello della programmazione, dal momento che, durante e post pandemia, il numero è la misura degli incentivi è letteralmente esplosa fino ad arrivare a toccare nel 2021 la cifra record di 25 miliardi. E in base ai dati del Registro nazionale degli aiuti, sono stati censiti nel 2021 1.982 interventi, di cui 229 delle amministrazioni centrali e 1.753 delle amministrazioni regionali.
Il secondo principio concerne la misurabilità dell’impatto economico degli incentivi, sulla base della valutazione in itinere ed ex post degli effetti ottenuti.
Fra i principi chiave sono state poi inserite anche le categorie protette (Mezzogiorno e donne) in termini di: rafforzamento della coesione sociale, economica e territoriale per uno sviluppo economico armonico ed equilibrato del Paese, con particolare riferimento alle politiche d’incentivazione della base produttiva del Mezzogiorno; valorizzazione del contributo delle donne alla crescita economica e sociale.
Interventi in due direzioni
La nuova disciplina degli incentivi alle imprese si dovrà sviluppare in due direzioni. Da un lato, la “razionalizzazione degli incentivi”, attraverso l’individuazione di un insieme limitato e definito di modelli agevolativi.
La seconda categoria di norme dovrà riguardare la “codificazione” di regole procedurali concernenti gli interventi di incentivazione alle imprese, che saranno armonizzate e coordinate in un “codice degli incentivi”.
Il testo promuove la digitalizzazione e la semplicità delle procedure d’incentivazione e un maggior coordinamento di strumenti già esistenti, come il Registro nazionale degli aiuti di Stato (RNA) e la piattaforma telematica “incentivi.gov.it”.