Economia UE in affanno nel primo trimestre. Preoccupa l’Italia

I dati preliminari dell’andamento del PIL del primo trimestre fotografano una situazione in netto peggioramento nel primo trimestre, senza che gli effetti della guerra e delle sanzioni si siano rivelati appieno

È tornata ad aumentare l’economia tedesca nel primo trimestre del 2022, mostrando un aumento dello 0,2% su base trimestrale, leggermente migliore delle stime di consensus (+0,1%). L’economia spagnola è invece cresciuta meno delle attese nello stesso periodo, segnando un +0,3%, contro attese per una crescita dello 0,5%. È risultato stagnante il PIL francese nei primi tre mesi dell’anno, facendo anche peggio delle previsioni (+0,3%). Il dato più negativo è però dell’Italia, dove il PIL è diminuito dello 0,2% nel primo trimestre del 2022 rispetto al trimestre precedente.

Sono questi dati preoccupanti diffusi venerdì dagli istituti di statistica dei maggiori paesi dell’eurozona, che gettano una pesante ombra sulla crescita del Vecchio Continente per il 2022, già rivista al ribasso di recente dal Fondo Monetario. Va infatti considerato che gli effetti della guerra in Ucraina e delle conseguenti sanzioni deve ancora mostrarsi appieno nei dati. La fotografia dell’intera Eurozona non è più confortante, con i dati preliminari pubblicati da Eurostat che mostrano una crescita del PIL dello 0,2% su trimestre, mentre gli economisti si aspettavano in media un incremento trimestrale dello 0,3%.

Il confronto stime pre-guerra

È possibile confrontare i dati appena diffusi con le stime della Commissione europea fatte poco prima dell’invasione russa, che stimavano una crescita dello 0,3% su trimestre nell’Eurozona nel primo trimestre. Se verranno confermati, i dati preliminari suggeriscono quindi che la guerra e la relativa impennata dei prezzi delle materie prime hanno ridotto la crescita di 0,1 punti percentuali. A febbraio, la Commissione aveva previsto per l’Italia una crescita dello 0,3%, per la Germania dello 0,4% nel primo trimestre, per la Francia dello +0,1%.

I motivi della debolezza

La performance dell’economia italiana, sottolinea l’Istat, “riflette dal lato dell’offerta una crescita dell’agricoltura, una sostanziale stazionarietà dell’industria e un calo dei servizi”. “Le conseguenze economiche della guerra in Ucraina hanno avuto un impatto crescente sullo sviluppo economico a breve termine dalla fine di febbraio”, ha detto l’ufficio di statistica tedesco.

La spesa delle famiglie, tradizionale motore della crescita francese, è scesa dell’1,3% nel trimestre in quanto la fiducia dei consumatori è diminuita tra i timori per l’aumento dei prezzi dell’energia e la guerra in Ucraina, annullando la spinta derivante un allentamento delle restrizioni Covid, hanno fatto notare gli statistici francesi.

Il punto sull’Italia

Gli economisti mostrano cautela nel commentare i dati, in attesa di avere le letture definitive e di incorporare meglio gli effetti di due mesi di conflitto. Per quanto riguarda l’Italia, secondo Paolo Mameli, senior economist della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, “la debole conclusione del trimestre segnala rischi al ribasso anche per il trimestre corrente. A nostro avviso, il PIL a inizio anno è calato soprattutto per via del picco dell’ondata pandemica (come visibile dal contributo negativo del settore dei servizi), mentre non sembra aver risentito ancora appieno degli effetti della crisi geopolitica internazionale (nemmeno considerando il solo canale di trasmissione dei prezzi)”.

“Al momento il nostro scenario di base prevede un rimbalzo del PIL nel trimestre corrente (sia pure più debole di quanto ci aspettassimo prima della guerra in Ucraina) – ha aggiunto – Tuttavia, non si possono escludere scenari più severi, soprattutto nel caso in cui nelle prossime settimane venga deciso un embargo al gas russo, che avrebbe effetti soprattutto sul settore industriale”.