La crisi di governo è dietro l’angolo: dopo la lunga assemblea dei gruppi parlamentari del M5s, Giuseppe Conte ha annunciato che la delegazione pentastellata lascerà l’aula al momento del voto di fiducia. E ora c’è il rischio dell’effetto domino: Salvini è tentato di seguire Conte sulla via dello strappo, Letta chiarisce che senza il voto di fiducia si va a votare.
Le parole di Conte
Al Senato non è possibile operare un voto disgiunto. Noi domani (oggi ndr) non parteciperemo al voto”, ha affermato Conte illustrando la posizione del Movimento in vista del voto, “con le stesse lineari e coerenti motivazioni” di quanto fatto alla Camera, e chiedendo “un cambio di passo del governo”. “Noi siamo disponibili a dialogare e dare il nostro contributo, ma non siamo disponibili a firmare cambiali in bianco”, ha aggiunto.
“Ho avuto un colloquio con il premier Draghi, abbiamo parlato anche degli altri punti e devo registrare una disponibilità del presidente a venirci incontro su tutti i punti. Però è evidente che la fase che stiamo affrontando non può accontentarsi di dichiarazioni di intenti e di impegni, occorrono misure concrete”, ha detto ancora Conte annunciando l’Aventino parlamentare sul dl aiuti.
Conte ha poi sottolineato come il documento consegnato al premier Draghi mercoledì scorso “non l’ho inteso e non l’abbiamo inteso come una sommatoria di bandierine del M5S, come l’elenco di petizioni politiche da rivendicare con arroganza. Ma come un contributo serio, responsabile, rispetto al momento drammatico che il Paese sta vivendo”.
Strappa anche Salvini?
“Draghi ha detto che non ci sarà altro governo, e che non governa senza i Cinque Stelle” quindi “se i Cinque stelle faranno una scelta parola agli italiani”, ha affermato Matteo Salvini. “Condivido Renzi che ha detto che piuttosto che questa tiritera torniamo dal popolo”, ha aggiunto sottolineando: “Se una forza non vota il decreto della maggioranza fine, si va a votare”.
Venti di tempesta sui mercati
I venti di crisi di governo incidono subito sullo spread: il differenziale tra Btp e Bund a 10 anni sale in avvio di scambi sui mercati telematici a 207 punti base contro i 199 della chiusura di ieri. Il rendimento del prodotto del Tesoro cresce di otto ‘basis point’ al 3,21%.
Il governo
Il presidente del Consiglio lo ha fatto capire con chiarezza nella conferenza stampa tenuta dopo l’incontro con i sindacati: l’attuale governo senza i 5 stelle non può andare avanti, a un governo Draghi non può succedere un Draghi bis. Questo viene tradotto in ambienti di governo come una precisa linea: qualora i 5 stelle dovessero non votare la fiducia al decreto aiuti al Senato, il premier non potrebbe far altro che tirare le sue conclusioni terminando l’azione di governo, dimettendosi.
Il boccino è in mano a Conte ed ai 5 stelle, si spiega sempre in ambienti di governo che ribadiscono la totale sintonia con il Quirinale sulla linea da tenere. Una linea che punta ad evitare logoramenti in corso d’opera e un rischioso spirito d’emulazione che sarebbe inaccettabile in vista di importanti scadenze come la sessione di bilancio autunnale. L’esecutivo va avanti con il suo programma e valuterà se si potranno prendere delle iniziative ulteriori su nuove proposte dei partiti.