Alitalia/Ita: niente accordo e tegola da 900 milioni

Strappo tra azienda e sindacati. Oggi blocco della Roma-Fiumicino da parte dei lavoratori ex Alitalia. Su cui ora pende anche una spada di Damocle da 900 milioni.

“L’azienda, rilevata la indisponibilità alla firma unitaria dei testi presentati il 6 settembre, requisito imprescindibile per accompagnare la nascita di un progetto così ambizioso e di respiro internazionale, ha preso atto della impossibilità di addivenire ad un accordo”. Ad affermarlo è Ita, la compagnia che subentrerà ad Alitalia, al termine dell’incontro per la conclusione della procedura sindacale all’esito del differimento richiesto e accordato dall’azienda per il raggiungimento di un accordo sulla chiusura della procedura e sui fondamentali economici del Piano.

Ita “conferma l’intenzione di procedere all’assunzione delle 2800 persone attraverso l’applicazione di un regolamento aziendale”, si legge ancora. “Nell’impossibilità di soluzioni condivise, la conclusione di questa fase deriva dalla necessità di attivare i numerosi e complessi processi per garantire la partenza operativa il 15 ottobre e per consentire alle strutture aziendali l’esame dei 30.000 profili ricevuti (oltre 7.000 dei quali – pari al 70% degli attuali dipendenti – provenienti da Alitalia) che hanno dimostrato di credere nel progetto di Ita in vista dell’assunzione nella nuova Compagnia”, sottolinea l’azienda.

Niente accordo

L’assemblea dei lavoratori di Alitalia si è spostata nel pomeriggio di mercoledì da Fiumicino a davanti alla sede di Ita all’Eur, dove i sindacati erano attesi per l’incontro con i vertici dell’azienda. Il corteo ha bloccato la Roma-Fiumicino, con il traffico che procede a passo d’uomo.

“Chiediamo immediatamente la convocazione da parte del governo. Non si può più ritardare. Stiamo andando verso un punto di non ritorno. Ci mobiliteremo nelle prossime ore”. Lo sottolinea il leader della Filt, Fabrizio Cuscito, davanti alla sede Ita.

Alitalia, violate regole UE

Intanto, sullo sfondo, emerge un altro problema non da poco. Sul Financial Times viene infatti dato spazio a una notizia che potrebbe cambiare drasticamente il piano d’azione e d’intervento sulle sorti della ex Alitalia.

Secondo il quotidiano finanziario, l’Antitrust dell’Unione europea chiederà al governo italiano di recuperare dalla vecchia Alitalia i 900 milioni di euro di prestito ponte, in quanto considerati aiuti di Stato illegali. Il governo italiano avrebbe violato le regole Ue sugli aiuti di Stato quando ha concesso prestiti per il salvataggio di Alitalia nel 2017. Il diritto dell’Unione europea vieta a uno Stato membro di concedere a un’azienda un sostegno finanziario che le dia un vantaggio rispetto ai suoi rivali.

Il Financial Times riporta la notizia arricchendola di conferme che giungono da fonti istituzionali vicine al dossier. La decisione dovrebbe essere annunciata domani dalla Commissione europea. Il diritto dell’Ue vieta a uno Stato membro di concedere a un’azienda un sostegno finanziario che le dia un vantaggio rispetto ai suoi rivali.

La decisione “segna l’ultimo vergognoso capitolo per Alitalia, compagnia di bandiera italiana perennemente in perdita da 75 anni”, scrive il Financial Times. Il governo di Roma ha già lavorato con Margrethe Vestager, capo della concorrenza dell’Ue, su un accordo per consentire la creazione di una nuova compagnia aerea che sarà indipendente da Alitalia.