Addio Alitalia, ecco ITA: quando il decollo? La data

Alitalia lascia ufficialmente il testimone a ITA (Italia trasporto Aereo) che è a tutti gli effetti una compagnia aerea e si prepara a far decollare il suo primo volo di linea

 Alitalia lascia ufficialmente il testimone a ITA (Italia trasporto Aereo) che è a tutti gli effetti una compagnia aerea e si prepara, tra poco meno di due mesi, a far decollare il suo primo volo di linea. Nella giornata di ieri, l’Enac, ente nazionale per l’aviazione civile, ha rilasciato alla società il Certificato di Operatore Aereo e la Licenza di Esercizio di Trasporto Aereo, le “patenti” che le consentono, fin da subito, a vendere i biglietti.

“Il rilascio del COA attesta che la compagnia aerea è in possesso della capacità professionale e dell’organizzazione aziendale necessarie ad assicurare l’esercizio dei propri aeromobili in condizioni di sicurezza”, ha spiegato il Direttore generale dell’ENAC, Alessio Quaranta, aggiungendo “la licenza di operatore aereo costituisce il provvedimento finale relativo alle verifiche giuridico-amministrative ed economico-finanziarie, oltre che tecnico-operative”.

“ITA può decollare”, afferma il Presidente dell’ENAC, Pierluigi Di Palma, esprimendo l’augurio che “la nuova compagnia di riferimento nazionale contribuisca alla ripartenza del settore, contribuendo, in modo deciso a superare le difficoltà derivanti dalla crisi pandemica”.

Ita scalda i motori, quando il decollo?

La nuova compagnia nazionale – che raccoglie il testimone da Alitalia – dovrebbe (il condizionale resta d’obbligo) avviare le sue attività a metà ottobre, proprio quando chiuderà i battenti Alitalia. Cruciale la “discontinuità” con quest’ultima, voluta con forza dall’Unione europea per dare luce verde all’operazione. Da piano industriale, avvio delle operazioni previsto il 15 ottobre con 2.750-2.950 dipendenti ed una flotta iniziale di 52 aerei.

La flotta, già nel 2022 crescerà fino a 78 aeromobili (+26 sul 2021) di cui 13 wide body (+6 sul 2021) e 65 narrow body (+20 sul 2021) per arrivare al 2025 a 105 velivoli (23 wide body e 82 narrow body), con 81 aeromobili di nuova generazione (pari al 77% della flotta totale). Parallelamente l’organico salirà a 5.550-5.700 persone a fine piano.

Dal punto di vista operativo il piano ITA prevede che la compagnia focalizzerà la propria attività sull’hub di Fiumicino e sull’aeroporto di Milano Linate. All’avvio delle attività, il vettore servirà 45 destinazioni con 61 rotte che saliranno a 74 destinazioni e 89 rotte nel 2025 “a conclusione del processo di ribilanciamento dei voli verso il settore del lungo raggio”. Sulla rete nazionale, la compagnia servirà 21 aeroporti.

Da un punto di vista squisitamente finanziario, ITA “decollerà” con una dotazione di 700 milioni di euro e prevede un fatturato che nel 2025 toccherà 3.329 milioni di euro, con un utile operativo di 209 milioni, in pareggio entro il terzo trimestre del 2023.

I nodi da sciogliere

“Il fatto che ci sia già il certificato di operatore aereo e’ una buona notizia per Alitalia/Ita. Ci auguriamo a questo punto che gli altri passaggi, a partire da quello del logo, vadano a buon fine”. E’ quanto dichiara Salvatore Pellecchia, Segretario generale della Fit-Cisl, nel commentare il rilascio da parte dell’Enac del Coa e della licenza a Ita.

“Adesso – prosegue Pellecchia – mettiamola in condizione di competere con tutti gli altri, a parità di regole. Molti concorrenti che operano sul nostro mercato hanno nel loro Paese condizioni fiscali molto più favorevoli. Non siamo contrari alla competizione, ma la partita va giocata con regole comuni”.

Non avevamo dubbi rispetto all’ottenimento da parte di Ita del certificato di operatore aereo (Coa) da parte di Enac. Manteniamo invece tutti quelli riguardo un piano industriale fallimentare che provocherà un disastro sociale inaccettabile”. Lo dice l’Usb trasporto aereo.

“Continuiamo ad assistere alla corsa affannosa e confusa per fare partire Ita a tutti i costi – prosegue – cosi’ come continuerebbero le assunzioni individuali e unilaterali da parte di Ita di dirigenti e quadri da Alitalia, che avrebbero superato quota 100 dietro il paravento della discontinuità”.

“Non si sta riflettendo sugli aspetti industriali che non stanno in piedi e sul pericolo concreto di scaricare i costi sui lavoratori e sui contribuenti. Serve aprire la stagione dell’ascolto delle categorie, che sono l’unico vero patrimonio di cui dispone questo settore. Si deve lavorare per una fase di salvaguardia del lavoro e di profonda revisione del piano che ci si e’ fatto imporre dall’UE”.