Malati oncologici e lavoro: diritti, agevolazioni e tutele

Cancro in età lavorativa: la situazione in Italia a norma di legge

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Redazione

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Il cancro in età lavorativa è una condizione che in Italia interessa oltre 1 milione di persone. A rivelarlo sono i dati dell’Associazione Italiana Registri Tumori (Airtum).

Un’indagine Favo-Censis ha svelato che in Italia 274 mila persone sono state licenziate o sono state costrette alle dimissioni a seguito della diagnosi di tumore. Il 78 per cento dei malati oncologici ha subito un cambiamento nel lavoro: il 36,8 per cento ha fatto assenze, il 20,5 è stato costretto a lasciare la propria occupazione e il 10,2 si è dimesso o ha interrotto l’attività di autonomo.

Elisabetta Iannelli, vice presidente dell’Associazione italiana malati di cancro (Aimac), ha spiegato al ‘Corriere della Sera’: «Siamo ancora al punto in cui le persone chiedono le ferie per poter fare gli esami e spesso non parlano della patologia con i colleghi. Il problema è culturale, va combattuta la disinformazione».

L’Aimac, da anni, si impegna per far conoscere i diritti dei pazienti attraverso progetti di sensibilizzazione nelle imprese. Ma qual è la situazione attuale nel nostro Paese tra diritti, agevolazioni e tutele per i malati oncologici in età lavorativa?

I malati oncologici, a seconda del tipo di invalidità riconosciuta, hanno diritto alle seguenti prestazioni: pensione di inabilità; assegno di invalidità; indennità di accompagnamento; indennità di frequenza.

Il lavoratore malato di cancro, se riconosciuto portatore di handicap “grave”, ha diritto a essere trasferito alla sede di lavoro più vicina al proprio domicilio e non può essere trasferito senza il suo consenso. Il lavoratore disabile, inoltre, ha il diritto di essere assegnato a mansioni adeguate alla sua capacità lavorativa, mantenendo il trattamento corrispondente alle mansioni di provenienza.

Il lavoratore malato di cancro può chiedere di non essere assegnato a turni di notte. previa presentazione di un certificato. Il malato oncologico che intende continuare a lavorare durante i trattamenti può usufruire di forme di flessibilità come ad esempio il tempo parziale. Inoltre, è possibile chiedere di continuare a lavorare ma da casa o da un luogo diverso dalla sede di lavoro. Se, invece, è il datore di lavoro a proporre il telelavoro, il dipendente, se contrario, può rifiutare l’offerta senza che questi rappresenti un motivo di licenziamento o di modifica delle condizioni del rapporto di lavoro.

Non esiste una normativa organica che regolamenti in maniera specifica le assenze causate dalle malattie oncologiche per visite, esami o trattamenti. Tuttavia, alcuni CCNL e alcune circolari ministeriali prevedono norme specifiche di tutela. Il lavoratore malato di cancro ha diritto a assentarsi per il periodo necessario per cure e terapie, conservando il posto di lavoro e percependo un’indennità commisurata alla retribuzione.

Il lavoratore malato ha diritto a conservare il posto per un determinato periodo, chiamato periodo di comporto. Tuttavia, i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro spesso prevedono la possibilità di conservare il posto (senza retribuzione) anche nei casi in cui l’assenza per malattia superi il periodo di comporto.

I permessi e i congedi dal lavoro sono regolamentati da norme specifiche. Alcuni CCNL di settore e alcuni contratti aziendali hanno ampliato la portata della norma che regolamenta le cosiddette giornate di ferie o riposo “solidali” cedibili ai colleghi di lavoro in difficoltà, riconoscendo il diritto anche ai lavoratori con «gravi e comprovati motivi documentabili».

Capitolo lavoratori autonomi e liberi professionisti: questi, se costretti a sospendere anche solo temporaneamente l’attività lavorativa a causa della malattia, hanno diritto a forme diverse di assistenza economica.

L’Aimac ha pubblicato un libretto dal titolo I diritti del malato di cancro, che spiega nel dettaglio come orientarsi e avviare le pratiche necessarie per il riconoscimento di tutti i propri diritti.