Superbonus, da villette a cessione del credito: ecco le novità

Ma esplode la protesta: "Traditi dallo Stato e dal governo, soltanto promesse in campagna elettorale, poi i problemi"

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Redazione

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I contribuenti avranno tempo fino al prossimo 30 novembre per comunicare, in sede di dichiarazione dei redditi, la cessione di credito a un istituto bancario, versando una sanzione di 250 euro. In assenza di interventi, sarebbero decaduti il prossimo 31 marzo.

Cessione credito, che succede dopo il 31 marzo?

La soluzione per “salvare” i crediti 2022 derivanti da da bonus edilizi relativi allo scorso anno, passa da un emendamento riformulato dal relatore al provvedimento, Andrea De Bertoldi (FdI) e dal combinato disposto di una remissione ‘in bonis’ da parte dell’Agenzia delle Entrate.

In arrivo anche la proroga di tre mesi (dal 31 marzo al 30 giugno) del termine per le unifamiliari, che entro il 30 settembre scorso avevano effettuato almeno il 30% dei lavori, per concludere la spesa e portarla in detrazione beneficiando del 110%.

Villette salve

Vengono poi salvati dallo stop alle cessioni e allo sconto in fattura scattato il 16 febbraio le Onlus, le case popolari (Iacp), gli interventi con il sismabonus ma solo nelle aree del cratere e anche i lavori per le barriere architettoniche.

Infine, corretta la deroga per chi aveva già presentato la CILA: per trovare una soluzione al fatto che l’edilizia libera (come caldaie, infissi o fotovoltaico) non richiede alcun titolo abilitativo, verrà previsto che per attestare la data di inizio dei lavori bastino il versamento di un acconto con bonifico parlante o due autocertificazioni (una del venditore e una dell’acquirente) relativamente all’esistenza di un contratto.

Ma esplode la protesta: “Traditi dal Governo”

Ancora da sciogliere invece il nodo dei 19 miliardi di crediti incagliati: la Ragioneria di Stato non vede di buon occhio all’ipotesi di usare gli F24 in compensazione e lo stesso ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti già nei giorni scorsi si era detto “freddo”, dal momento che, stando ai dati, molte banche e assicurazioni sono “ben lontane dall’aver già” esaurito i propri spazi.

Intanto, esplode la protesta di quelli che ormai sono stati ribattezzati gli “esodati” del Superbonus. “Ci sentiamo traditi dallo Stato e dal governo, soltanto promesse in campagna elettorale, poi sono emersi i problemi…”. E ancora: “Siamo in bancarotta, tante ditte stanno fallendo”. E’ l’allarme lanciato da alcune centinaia di lavoratori, titolari di imprese edili e committenti che, nella giornata di eiri, hanno manifestato per le vie del centro della Capitale, protestando contro la maxi stretta sul Superbonus voluta dall’esecutivo.