Quando e come fare l’autocertificazione di domicilio

Quali pratiche è necessario espletare nel caso in cui si modifica il proprio domicilio. Ma soprattutto quali sono le differenze con la residenza.

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Con domicilio si intende il luogo nel quale una persona ha il centro dei suoi interessi e dei suoi affari. Motivo per cui, in alcune circostanze, questo può differire dalla residenza, la quale, spesso e volentieri, coincide con il luogo in cui si trova la propria abituale abitazione. E che deve necessariamente essere denunciata presso il Comune. Può infatti accadere, per esempio, che un giovane per questioni di studio o lavoro si trovi a vivere in una città diversa da quella in cui viveva in precedenza. Il suddetto giovane ha variato il proprio domicilio, mentre la residenza potrebbe essere rimasta a casa dei genitori.

Per il cambio di domicilio, quindi, non ci sono formalità da espletare. Per il cambio di residenza, invece, si deve necessariamente fare riferimento al nuovo Comune di residenza. In alcuni casi, per esempio, per questione lavorative o sanitarie sorgerà la necessità di dover certificare il proprio nuovo domicilio. Il Comune, in questi casi, non può venire in soccorso del cittadino in quanto interessato soltanto alla dichiarazione della residenza, motivo per cui non fornirà alcun documento che attesti l’esistenza di un domicilio diverso dalla residenza. L’unica cosa che si potrà fare, sarà compilare un modulo di cambio di domicilio.

Cos’è l’autocertificazione di domicilio e le varie tipologie

L’autocertificazione di domicilio è dunque quel documento scaricabile comodamente da internet e editabile a seconda delle proprie esigenze, che viene in soccorso del cittadino che per vari motivi si trova a dover comunicare un domicilio diverso dalla propria residenza. Vi sono alcune tipologie di domicilio, a seconda dei casi, che potranno essere dichiarate con l’autocertificazione:

  • Domicilio Generale: è sicuramente il caso più diffuso, è il domicilio dove una persona ha il centro dei propri affari e dei propri interessi, come un’attività lavorativa.
  • Domicilio Volontario: è il domicilio che ci si sceglie in maniera autonoma e, appunto, volontaria in maniera svincolata da interessi di tipo lavorativo.
  • Domicilio Legale: è il domicilio connesso ad un minorenne o ad una persona interdetta, in tal caso il domicilio legale è quello del genitore o del tutore legale.
  • Domicilio Speciale: è il domicilio che una persona sceglie per la gestione di una determinata categoria di affari, come, per esempio, il domicilio del proprio avvocato che sta gestendo il processo. In questo modo, tutte le carte e i documenti inerenti al processo in corso, verranno recapitate direttamente all’avvocato presso il cui indirizzo la persona in questione ha comunicato il proprio domicilio speciale.
  • Domicilio Digitale: corrisponde all’indirizzo e-mail PEC (posta certificata)
  • Domicilio Temporaneo: la variazione di domicilio compilata tramite autocertificazione può anche essere temporanea. Questo avviene nel momento in cui una persona sa che la variazione del proprio domicilio avverrà per un periodo limitato di tempo, connesso ad esigenze lavorative (una trasferta) o ad esigenze accademiche (le lezioni in Università in una città che non è quella di residenza).

Il modulo

Il modulo di autocertificazione di domicilio richiede nella prima parte la dichiarazione, da parte del dichiarante, di:

  • nome e cognome;
  • luogo di nascita;
  • data di nascita;
  • indirizzo dell’attuale residenza;
  • codice fiscale;
  • indirizzo e-mail valido;
  • numero di telefono.

Nella seconda parte, il dichiarante è chiamato ad eleggere il proprio domicilio, indicandone chiaramente l’indirizzo. L’autocertificazione viene poi conclusa con la data e la firma del dichiarante.