Affitto, come risparmiare fra detrazioni fiscali e agevolazioni

Quali sono le agevolazioni fiscali previste per chi prende una casa in affitto in base alle tipologie di contratti di locazione e chi può usufruirne

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Barbara Pede

Data journalist

Data journalist, giornalista professionista, copywriter e ghost writer, ha maturato la sua esperienza inizialmente in ambito televisivo per specializzarsi successivamente nel linguaggio web.

La buona notizia è che chi vive in una casa in affitto può godere di diverse detrazioni. Quella cattiva è che non valgono per tutti. Sono possibili, innanzitutto, per chi non supera i 31mila euro di reddito. E valgono solo se l’immobile affittato sia anche l’abitazione principale di residenza.

Accanto alle detrazioni, poi, vanno aggiunte eventuali agevolazioni economiche che sono decise a livello locale dai Comuni e che perseguono due obiettivi: aiutare i cittadini che rientrano nelle fasce più basse di reddito e ripopolare i centri abitati. Ma in questo caso, le agevolazioni cambiano da Comune a Comune e variano nel tempo.

Parlando di detrazioni fiscali, queste sono, invece, in vigore su tutto il territorio nazionale e riguardano gli inquilini che hanno stipulato contratti di locazione:

  • a canone libero dell’abitazione principale
  • a canone concordato dell’abitazione principale
  • per under 31
  • per trasferimento sede di lavoro
  • per studenti

Va sottolineato che, se il contratto di affitto è intestato a più persone, ciascuna di esse può beneficiare delle detrazioni limitatamente alla propria “pro quota” di locazione.

Detrazione per i conduttori nei contratti di locazione a canone libero

È il caso più comune, quello in cui il locatario stipula un contratto della durata di 4+4 anni e in cui il canone è concordato liberamente tra il proprietario di casa e l’inquilino. In questo caso, le detrazioni possibili ai fini Irpef sono due e dipendono dal reddito annuo.

L’ammontare è di:

  • 300 euro con un reddito complessivo inferiore ai 15.493,71 euro
  • 150 euro con un reddito complessivo compreso tra i 15.493,71 euro e i 30.987,41 euro

Al di sopra della soglia maggiore, non è prevista alcuna detrazione.

Detrazioni per gli inquilini nei contratti di locazione a canone concordato

Si tratta dei contratti ordinari della durata 3+2 anni e i contratti transitori della durata massima di 18 mesi, in cui i canoni sono calmierati e il tetto massimo è stabilito da accordi territoriali tra le organizzazioni dei proprietari di casa e dei locatari.

In questo caso le detrazioni in sede di dichiarazione dei redditi è pari a:

  • 495,80 euro se il reddito complessivo dell’inquilino è inferiore a 15.493,71 euro
  • 247,90 euro se il reddito complessivo è compreso tra i 15.493,71 euro e i 30.987,41 euro

Nessuna detrazione è dovuta se il reddito è superiore ai 30.987,41 euro.

Detrazioni per gli inquilini under 31

Un caso particolare riguarda i benefici fiscali per i giovani, che hanno un reddito complessivo di 15.493,71 euro. La disciplina ha subìto dei ritocchi rispetto a quanto previsto fino al 31 dicembre 2021 e oggi le detrazioni spettano:

  • fino ai 31 anni non compiuti (prima del 2022 il limite massimo erano i 30 anni)
  • per quattro anni, e non più tre, a partire dall’anno di stipula del contratto e fino al raggiungimento dei 31 anni
  • agli under 31 che stabiliscano la residenza nella casa affittata e non in quella di origine
  • anche se si affitta solo parte dell’appartamento (ad esempio una stanza).

Modifiche sono intervenute anche sull’ammontare della detrazione: prima del 2022 la quota era fissa a 991,60 euro, mentre successivamente è stato stabilito un ammontare pari al 20% del canone annuale, fino a un massimo di 2mila euro. La quota fissa di 991,60 euro, invece, è diventata la detrazione minima.

Per chiarire con alcuni esempi:

  1. se il canone annuale di affitto è di 4.500 euro, la detrazione spettante è di 991,60 euro (poiché il 20%, pari a 900 euro, è inferiore alla quota minima di detrazione)
  2. se il canone annuale di affitto è di 6.000 euro, la detrazione è pari a 1.200 euro (compresa tra la soglia massima e minima di detrazione)
  3. se il canone annuale di affitto è di 12.000 euro la detrazione spettante è di 2.000 euro (poiché il 20%, pari a 2.400 euro, è superiore alla quota massima di detrazione)

Detrazioni per i locatari che si trasferiscono per lavoro

Per chi si sposta per motivi di lavoro, affittare casa può essere una necessità e un problema, soprattutto se non si può contare su uno stipendio adeguato.

Per questo il legislatore ha previsto specifiche detrazioni per chi:

  • ha un contratto di lavoro dipendente
  • si trasferisce nel Comune dove ha sede il posto di lavoro o in uno limitrofo
  • il nuovo luogo di residenza si trovi ad almeno 100 km di distanza dalla precedente abitazione e sia, comunque, in un’altra regione

Se tutte queste condizioni vengono rispettate, è possibile beneficiare, solo nei primi tre anni dal trasferimento, delle detrazioni:

  • pari a 991,60 euro se il reddito complessivo è inferiore a 15.493,71 euro
  • pari a 495,80 euro se il reddito complessivo è compreso tra i 15.493,71 euro e i 30.987,41 euro

Attenzione, però: se si perde il posto di lavoro dipendente, si percepiscono redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente o si diventa liberi professionisti, la detrazione non spetta più.

Detrazioni per gli inquilini studenti universitari

Infine gli studenti universitari, alle prese con il caro affitti. Per loro è prevista una detrazione pari al 19% dei canoni, calcolata su un importo massimo di 2.633 euro. Per beneficiare dell’agevolazione fiscale bisogna rispettare i seguenti requisiti:

  • essere iscritti a un corso di laurea
  • l’università si deve trovare almeno a 100 km di distanza dal Comune di residenza dello studente
  • l’appartamento in affitto deve trovarsi nel Comune in cui ha sede l’università o in un Comune limitrofo

Trattandosi di studenti, la detrazione può essere goduta sia dallo studente stesso che dal familiare o tutore a cui risulta a carico. Inoltre, va detto che la percentuale di detrazione è pari al 19% fino a redditi complessivi massimi di 120.000 euro, per poi diminuire gradualmente fino ad azzerarsi al raggiungimento dei 240.000 euro annui.

Infine, tale beneficio fiscale vale anche se lo studente paga i canoni a fronte di un contratto di ospitalità oppure stipulati con i collegi universitari, gli enti senza fini di lucro, le cooperative e, in generale, con gli enti per il diritto allo studio.

La platea di chi può usufruire delle detrazioni è ampia, così come le tipologie di detrazioni possibile. Il contribuente può scegliere quella più conveniente per lui, ma non può cumularle. Al limite, può modificarle se cambia la sua situazione (ad esempio, passando da studente a lavoratore dipendente).

Ad ogni modo, se si vuole detrarre parte dei canoni in sede di dichiarazione dei redditi è necessario compilare la Sezione V, righi da E71 a E72 e E8-E10 (con il codice 18 per gli studenti) a seconda della tipologia di detrazione di cui si vuole beneficiare.