Affittare da privati, come funziona e che documenti servono

Scopri quali sono i passi da compiere e i documenti necessari per affittare casa da privati senza rivolgersi a una agenzia immobiliare

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Barbara Pede

Data journalist

Data journalist, giornalista professionista, copywriter e ghost writer, ha maturato la sua esperienza inizialmente in ambito televisivo per specializzarsi successivamente nel linguaggio web.

Per affittare casa non ci si deve per forza rivolgere alle agenzie immobiliari. Per chi è abbastanza navigato con gli annunci online e ha un minimo di dimestichezza con norme e moduli, la difficolta maggiore non è quella di trovare un inquilino, ma trovare un inquilino rispettoso delle regole condominiali e dei pagamenti dei canoni. Un’agenzia immobiliare vi fa sentire più tranquilli? Ok, ma bisogna mettere in conto la commissione per i servizi di intermediazione ricevuti.

Come fare per affittare casa senza agenzia immobiliare

Il primo passo è selezionare le caratteristiche principali della casa, come i metri quadrati e la classe energetica di appartenenza, e scattare delle foto che siano attrattive per promuovere l’annuncio sui portali online di intermediazione immobiliare.
Contestualmente, è necessario munirsi di tutte le informazioni catastali dell’appartamento (foglio, mappale, particella…) necessarie per predisporre il contratto. Non bisogna dimenticarsi, poi, di rivolgersi a un tecnico autorizzato (architetto, geometra…) per ottenere l’APE, l’attestato di prestazione energetica. L’APE è necessario sia in fase di stipula del contratto, sia nel momento in cui si pubblica un annuncio di locazione, pena il pagamento di una sanzione.

Dopo si passa alla fase successiva, quella ini cui si fissano gli appuntamenti con i potenziali locatari e, una volta individuato l’inquilino, bisogna scegliere il tipo contratto di affitto più aderente alle proprie necessità.

Come scegliere il contratto di affitto?

A parte l’affitto breve, che non prevede alcuna registrazione del contratto e che deve avere una durata massima di 30 giorni, è possibile optare per:

  • Contratto di affitto ordinario: la durata è di 4 anni, rinnovabile per ulteriori 4 anni, e l’ammontare del canone è liberamente scelto dalle parti
  • Contratto di affitto concordato: la durata è di 3 anni, rinnovabile per ulteriori 2 anni, e l’ammontare del canone è calmierato in base ad accordi territoriali tra associazioni di categoria
  • Contratto transitorio: la durata massima è di 18 mesi e deve essere legato a una motivazione temporanea del locatario (in genere, di lavoro)

Ogni tipologia di contratto prevede adempimenti diversi. Nel contratto di affitto transitorio, per esempio, è necessario prevedere uno specifico articolo che indichi la motivazione temporanea dell’inquilino e allegare un documento che la provi, come ad esempio una dichiarazione del datore di lavoro che indica la durata del rapporto lavorativo determinato.

Per evitare di sbagliare, è possibile prendere spunto dai contratti prestampati disponibili online. Una volta sottoscritto dal proprietario di casa e dall’inquilino, bisogna procedere con la sua registrazione.

Come registrare il contratto di affitto

Tutti i contratti di locazione, tranne quello breve, devono essere registrati presso l’Agenzia delle Entrate entro 30 giorni dalla stipula.
La registrazione può avvenire:

  • attraverso i servizi telematici dell’Agenzia (modalità obbligatoria per i privati che possiedono almeno 10 immobili)
  • recandosi di persona a uno sportello dell’Agenzia delle Entrate

Se si opta per la trasmissione telematica è necessario compilare il Modello RLI nella versione web, disponibile nell’area autenticata in cui si accede tramite SPID, Carta di identità elettronica (CIE) o Carta Nazionale dei Servizi (CNS), oppure in versione “stand alone” da installare sul pc. Assieme alla compilazione della versione online del modello RLI è necessario allegare anche il contratto sottoscritto in formato pdf. Sempre telematicamente vanno pagati l’imposta di registro (salvo che non si opti per la cedolare secca) e di bollo.

Se, invece, si preferisce recarsi all’ufficio dell’Agenzia delle Entrate, occorre presentarsi con:

  • almeno due originali del contratto di affitto oppure un originale e una copia la cui conformità all’originale sarà attestata dall’ufficio
  • il modello RLI cartaceo
  • ricevuta del pagamento telematico dell’imposta di bollo (con data di emissione non successiva alla data di stipula del contratto), da applicare su entrambe le copie del contratto; è necessario un contrassegno da 16 euro ogni 4 facciate scritte (2 pagine) e, comunque, ogni 100 righe
  • la ricevuta di pagamento dell’imposta di registro effettuata con Modello F24 (non dovuta se si opta per la cedolare secca) che è divisa al 50% tra il proprietario di casa e l’inquilino.

Infine, va ricordato che, se non si opta per la cedolare secca, l’imposta di registro è dovuta per tutti gli anni di affitto e il canone può essere rivalutato all’indice Istat.