Recupero delle case cantoniere Anas “più interessanti”, quelle con potenzialità turistica, per farne ostelli per pellegrini, ristoranti e locande, negozi per la vendita di prodotti tipici, bed & breakfast.
L’accordo siglato da Anas, Mibact, Mit e Agenzia del Demanio vuole dare nuova vita a questo pezzo di storia cambiandone la destinazione d’uso e trasformandole in strutture turistico-ricettive.
Su tutto il territorio nazionale l’Anas possiede 1.244 case cantoniere (di cui 607 sono utilizzate a vario titolo – uso istituzionale o di supporto alle attività di esercizio) di cui il 35% indisponibile per valorizzazione perché sedi istituzionali, il 55% parzialmente disponibili sulla base delle analisi dei flussi di clienti, il 10% ad alto potenziale turistico.
La firma avvia un progetto pilota tra Anas, i due Ministeri e il Demanio che riguarderà per ora circa 30 case cantoniere, ma dal lavoro preparatorio è emerso che quelle con “alta potenzialità turistica” sono almeno 150, su un totale di 650 non utilizzate e potenzialmente destinate a progetti di riqualificazione.
Nel primo gruppo, le trenta da valorizzare subito , troviamo gli edifici Anas a Ponte di Legno, sul passo del Tonale, sul Grand San Bernardo, in Val d’Aosta, sul Moncenisio, ad Exilles in val di Susa, a Salò sul lago di Garda, moltissime sull’appennino tosco-emiliano, a Matera, ad Altamura, lungo la via Appia e la via Francigena.
Successivamente saranno compresi il cammino di Francesco (La Verna-Assisi), il cammino di San Domenico, il circuito del barocco in Sicilia, la Ciclovia del Sole (Verona-Firenze), la Ciclovia Ven.To (Venezia Torino).
Il progetto pilota sarà pronto entro il 30 giugno 2016 e subito dopo partiranno i relativi bandi per affidare a privati in concessione, con priorità ai giovani, la gestione delle attività turistiche.
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