Boris Johnson si dimette: toto nomi per il successore

Dopo le dimissioni dei ministri e lo scandalo Pincher, Boris Johnson dice addio a Downing Street: ci si interroga sul nome del suo successore

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Redazione

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Con il passo indietro di Boris Johnson da leader del Partito Conservatore inglese per lo scandalo Pincher e le dimissioni di massa dei suoi, è iniziato il toto nomi per il nuovo inquilino – o la nuova inquilina – di Downing Street. Fino alle elezioni interne dei Tory, probabilmente fino all’autunno inoltrato, rimarrà in carica come primo ministro, e solo dopo arriverà un cambio al vertice del Governo. Tra i papabili ci sono uomini e donne che potrebbero portare il movimento politico in una nuova era, più progressista.

Tra gli elettori di destra, intervistati da YouGov, i favoriti sembrerebbero essere Ben Wallace, attuale segretario della Difesa, e Penny Mordaunt, che ha ricoperto la stessa carica in passato ed è stata tra le più tenaci sostenitrici della Brexit. Oggi è la ministra delle Politiche commerciali. Tuttavia i nomi che si rincorrono sulla carta stampata anglofono sono altri.

I possibili successori di Boris Johnson: Jeremy Hunt

Jeremy Hunt, 55 anni, è stato segretario degli Affari esteri. Ha perso le ultime elezioni per la guida del Partito Conservatore, vinte come è noto da Boris Johnson. Tra le fila dei backbenchers, i parlamentari che non ricoprono ruoli governativi e non fanno parte dell’opposizione “istituzionale” come i frontbenchers, ha spesso criticato il Governo per la gestione dell’emergenza Covid.

Fa parte infatti della Commissione per la sanità e i servizi sociali. Nonostante oggi supporti la Brexit, in passato ha ampiamente criticato l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. E per questa ragione potrebbe rivelarsi un candidato debole e non particolarmente apprezzato all’interno dei Tory.

I possibili successori di Boris Johnson: Rishi Sunak

Rishi Sunak, 42 anni, è il cancelliere dimissionario dello Scacchiere, nome informale del Tesoro di sua Maestà, il dipartimento governativo responsabile dello sviluppo e l’esecuzione delle politiche di finanza pubblica e politica economica. Ha acquisito molta popolarità durante la pandemia grazie ai bonus e ai pacchetti destinati a imprese e famiglie.

Nonostante sia uno dei papabili successori di Boris Johnson, la sua immagine è stata danneggiata da alcune polemiche che hanno riguardato la dichiarazione dei redditi di sua moglie. Inoltre ha continuato a possedere la green card, il permesso di soggiorno illimitato rilasciato negli Stati Uniti, dove ha continuato a lavorare nonostante il suo importante ruolo nell’esecutivo.

I possibili successori di Boris Johnson: Liz Truss

Liz Truss, 46 anni, dall’anno scorso ricopre il ruolo di segretaria degli Affari esteri. È considerata la stella nascente della politica inglese, ed è tra le più veementi sostenitrici delle sanzioni contro la Russia e gli oligarchi, i fedelissimi di Vladimir Putin. Tuttavia è anche una fedelissima di Boris Johnson, e il suo non sarebbe un nome di rottura.

I possibili successori di Boris Johnson: Nadhim Zahawi

Nadhim Zahawi, 55 anni, è considerato la mente dietro le dimissioni di Boris Johnson. Dal 5 luglio ha preso le redini di cancelliere dello Scacchiere dopo l’addio di Rishi Sunak. Ha rivelato lui stesso di aver convinto il premier ad abbandonare l’incarico con urgenza.

In passato è stato segretario dell’Istruzione e durante il momento più drammatico della pandemia di Covid ha ricoperto l’incarico di ministro dei Vaccini. È nato in Iraq ed è emigrato nel Regno Unito negli anni ’70 dopo l’ascesa di Saddam Hussein. Per questo potrebbe non essere considerato un “vero inglese” dalle frange più conservatrici.

I possibili successori di Boris Johnson: Sajid Javid

Sajid Javis, 52 anni, ex segretario della Sanità, che ha dato le dimissioni il 5 luglio insieme a Rishi Sunak, innescando poi la caduta del governo, ha ricoperto diverse cariche importanti al fianco di Boris Johnson e dei suoi predecessori Theresa May e David Cameron.

È figlio di immigrati pakistani ed è arrivato in Gran Bretagna negli anni ’60. È stato il primo rappresentante di una minoranza etnica ad avere la carica di ministro dell’Interno, nel 2018. A differenza di molti altri politici del Partito Conservatore arriva da una famiglia di umili origini. Suo padre era un autista di bus.

Cosa succede ora nel Regno Unito

Insomma, la schiera dei papabili è ben nutrita, e tra tradimenti e giochi di potere è ancora presto per dire chi sarà il nuovo primo ministro inglese. Nonostante le rassicurazioni del fatto che la crisi politica non avrà ripercussioni nell’economia del Regno Unito, dove i cambi al vertice non causano particolare instabilità.

I cittadini della Corona non saranno chiamati alle elezioni. Ogni parlamentare conservatore potrà presentare la propria candidatura come nuovo leader del partito, a patto di avere il sostegno di almeno otto colleghi. Dopo una serie di votazioni interne si arriverà dunque al ballottaggio, con gli elettori chiamati a votare. Proprio così Boris Johnson era arrivato al potere, dopo le dimissioni di Theresa May.

Ma c’è chi all’estero vede nella situazione politica inglese una vittoria. L’ex presidente russo Dmitri Medved ha commentato la notizia con un sarcastico “Fuori uno”, facendo riferimento agli “amici dell’Ucraina”, come vi abbiamo segnalato qui. La notizia delle dimissioni di Boris Johnson era già nell’aria. Qua vi abbiamo spiegato i motivi. E già anni fa la caduta di Donald Trump sembrava un segnale per tutti i conservatori anche in Europa: la fine del sovranismo, come anticipato qui.