Due vittime, centinaia di persone sfollati e altrettante ancora a rischio evacuazione: è il bilancio della pioggia incessante che in 48 ore ha riversato sull’Emilia-Romagna una quantità d’acqua equivalente a quella di solito prevista in più mesi, che ha sommerso strade e paesi. Il governatore emiliano Stefano Bonaccini ha chiesto lo stato d’emergenza nazionale “per i danni e le conseguenze del maltempo che si è abbattuto sulla nostra regione, in particolare la Romagna”. L’alluvione ha provocato l’esondazione dei fiumi Lamone, Montone, Senio e Sillaro. Colpiti in particolare i comuni di Faenza, Bagnacavallo, Conselice e Castel Bolognese.
Alluvione Emilia-Romagna, firmato il decreto
“Sono caduti più di 140 millimetri di acqua, circa un quinto di quello che normalmente è la media nazionale – ha spiegato il numero uno della Protezione civile, Fabrizio Curcio – un valore davvero importante su un territorio già provato da mesi di siccità e che ha creato un’importante via di scorrimento”.
Il capo del Dipartimento è arrivato in Emilia-Romagna per fare il punto con le autorità locali, dopo la firma da parte del ministro competente Nello Musumeci sul decreto per la mobilitazione straordinaria del sistema nazionale di Protezione civile e lo stanziamento dei primi fondi, mentre la premier Giorgia Meloni e il presidente Mattarella esprimevano solidarietà e vicinanza al governatore Bonaccini e alla popolazione colpita.
“Nelle prossime ore – dice ancora Curcio – ci sarà l’abbassamento dei livelli dell’acqua e dunque dovremo attenderci fenomeni di tipo idrogeologico. Dobbiamo monitorare con attenzione” la situazione.
Alluvione Emilia-Romagna, gli interventi
Gli interventi eseguiti dai Vigili del fuoco a causa del maltempo in Emilia-Romagna sono stati oltre 400. Nella notte tra il 2 e il 3 maggio molte segnalazioni e richieste di soccorso sono arrivate dalla provincia di Forlì-Cesena. Diverse squadre con componenti richiamati dal servizio sono state impegnate negli allagamenti di abitazioni e per le diverse frane nelle località dell’appennino forlivese, in particolare nel territorio di Dovadola e Modigliana dove sono state evacuate 12 persone. Gli allagamenti hanno interessato anche Faenza per la rottura degli argini del fiume Lamone, con evacuazione di alcune abitazioni.
Chiuse per precauzione le scuole in diversi comuni del Ravennate. I treni tra il capoluogo di provincia e Faenza sono rimasti fermi per buona parte della giornata, con la circolazione ferroviaria in graduale ripresa a partire dalle 19.30 anche da Forlì al comune romagnolo, tra quelli più colpiti.
A Ravenna per tutta la mattinata ha destato preoccupazione la piena del Lamone, tanto da spingere il prefetto Castrese De Rosa a valutare l’evacuazione delle circa 5mila persone della frazione del comune romagnolo di Mezzano.
Delle circa 500 persone evacuate a fine giornata, alcune delle quali a scopo precauzionale, in poche hanno voluto chiedere accoglienza ai tanti centri allestiti fra palestre e palazzetti dello sport, mentre la stragrande maggioranza delle persone che abitano nelle aree più vicine ai fiumi ha trovato ospitalità da parenti e amici.
Nonostante per le prossime ore si prevedano miglioramenti sul fronte meteo, rimane l’allerta rossa disposta per le zone colpite nelle ore precedenti l’alluvione (qui avevamo riportato l’allerta meteo diramata dalla Protezione civile in 11 regioni).