Come fare in modo corretto prestiti tra amici e parenti?

Come tutelarsi dal punto di vista legale e fiscale quando si presta del denaro a un familiare o a un amico in difficoltà finanziaria?

Foto di Pierpaolo Molinengo

Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Un prestito tra amici o parenti è una prassi comune. Una spesa imprevista, un acquisto inatteso o un infortunio possono portare ad avere necessità di denaro. Come si devono comportare i diretti interessati per regolarizzare la propria posizione e non avere dei problemi con il fisco? Quali sono le norme che regolamentano l’uso del contante e ci obbligano ad effettuare un bonifico per fare un prestito.

Prima di procedere è necessario, comunque, fissare alcuni punti fermi. Un prestito di denaro costituisce, a tutti gli effetti, un vero e proprio contratto di mutuo. Dirlo così, potrebbe sembrare un po’ strano. Ma è bene ricordare cosa prevede il Codice Civile, che all’articolo 1813 recita espressamente che:

Il mutuo è il contratto col quale una parte (mutuante) consegna all’altra (mutuatario) una determinata quantità di denaro o di altre cose fungibili, e l’altra si obbliga a restituire altrettante cose della stessa specie e qualità.

In altre parole, questo significa che con il termine mutuo il legislatore ha voluto includere qualsiasi forma di prestito. Con il termine mutuo, quindi, ci si riferisce sia ai prestiti di piccola entità – come ad esempio le somme che si prestano tra amici o parenti – sia a quelli di grande entità. In quest’ultimo caso siamo davanti al mutuo inteso in senso classico: si va in banca per chiedere un finanziamento ipotecario per acquistare un immobile e si sottoscrive un contratto di mutuo.

Formalizzare il prestito

Fatta questa doverosa – e soprattutto curiosa – precisazione, passiamo ad occuparci nel dettaglio di cosa sia un prestito. Nel caso in cui la sua restituzione non preveda la corresponsione di interessi, come può accadere ad esempio tra familiari, siamo davanti ad un prestito infruttifero o a titolo gratuito. Se invece, la restituzione della somma di denaro prevede la corresponsione degli interessi siamo in presenza di un prestito fruttifero o a titolo oneroso.

In entrambi i casi, è opportuno formalizzare per iscritto la natura del prestito e ciò al fine di non far scattare presunzioni di onerosità a carico del mutuante dal momento che gli interessi devono essere indicati nella dichiarazione dei redditi e tassati.

La formalizzazione del contratto di mutuo può essere effettuata attraverso una semplice scrittura privata che attesti l’esistenza dell’obbligazione. Questa operazione risulta essere di particolare importanza perché è utile per dimostrare l’esistenza del prestito in atto nel caso di inadempimento da parte del mutuatario o per difendersi da eventuali accertamenti fiscali.

Nel caso in cui il prestito abbia come oggetto poche centinaia di euro, si ricorre all’uso del contante. In questo caso non è necessario giustificare al fisco eventuali operazioni bancarie.

Prestito infruttifero o con degli interessi

Nella maggior parte dei casi i prestiti tra i parenti e gli amici sono infruttiferi: non prevedono l’applicazione di interessi. In questi casi chi concede il denaro in prestito non ha intenzione di ottenere alcun guadagno, ma vuole solo dare una mano ad un amico o ad un parente. Nel caso in cui il prestito sia infruttifero è necessario indicarlo nella scrittura privata. Sarà sufficiente indicare che non sono previsti interessi per la restituzione del denaro, neppure nella misura dell’interesse legale.

Nel momento in cui si dovessero richiedere degli interessi, si parla di prestito oneroso. Il valore degli interessi non è fissato dalla legge: questi, però, non dovranno superare la soglia dell’usura così come è previsto dalla normativa. Le tempistiche per la restituzione del denaro e il valore degli interessi restano questioni sulle quali possono decidere autonomamente i due soggetti con la raccomandazione però di inserire il tasso d’interesse stabilito nella scrittura privata che si effettua così da evitare spiacevoli dimenticanze.

Come redigere la scrittura privata

Quali sono le formalità per redigere la scrittura privata? È opportuno che la scrittura privata tra le parti contenga:

  • l’identificazione dei soggetti interessati;
  • l’importo dell’operazione di prestito;
  • le modalità di restituzione;
  • i tempi di restituzione del prestito;
  • la data dell’operazione.

Per poter dare alla scrittura privata una data certa è possibile effettuare uno scambio di PEC (posta elettronica certificata) tra le parti o apponendo una marca temporale al documento.

Per quanto concerne invece il passaggio di denaro è buona norma che lo stesso sia sempre effettuato tramite bonifici e assegni, che hanno il vantaggio di essere strumenti di pagamento tracciabili (è sempre possibile dimostrare tramite estratti conto o documenti bancari il trasferimento della somma di denaro da un soggetto ad un altro).

Nel momento in cui si dovesse decidere di effettuare un prestito a titolo gratuito o a titolo oneroso ad un parente o amico tramite bonifico bancario è opportuno utilizzare una causale corretta. Benché non esistano delle regole specifiche da seguire, è consigliabile motivare il passaggio di denaro con una causale come:

  • prestito infruttifero personale del…;
  • prestito infruttifero familiare del…;
  • prestito infruttifero per mio fratello Mario Rossi.

Utilizzare delle causali di questo tipo permette di documentare e giustificare l’operazione in caso di controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate.