Morte del coniuge senza figli: come funziona per l’eredità

Alla morte di una persona si apre la successione e gli eredi entrano in possesso delle proprietà del deceduto. Anche quando non ci sono dei figli

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Alla morte di una persona si apre la successione. Nella maggior parte dei casi ci sono degli eredi legittimi, che hanno diritto ad accedere ai beni e alle sostanze del de cuius. Può capitare che una persona, regolarmente sposata, muoia. E che non ci siano dei figli. Come funziona, in questo caso, l’eredità? A chi spettano le proprietà del defunto, quando non ci sono dei figli.

Nel caso in cui il defunto non abbia lasciato un testamento valido – non importa che sia olografo o depositato da un notaio – a disciplinare la successione legittima ci pensa direttamente la legge. Attraverso la quale viene individuato chi ha diritto a subentrare nei beni. Si tratta, almeno nella maggior parte dei casi, dei parenti più stretti del defunto. Qualora il de cuius fosse sposato e non ci siano degli eredi, il parente più prossimo è il coniuge.

Ma entriamo nel dettaglio e scopriamo cosa prevede la legge.

Come funziona l’eredità quando muore il coniuge

La morte del coniuge può comportare alcune problematiche riguardanti varie questioni. Una di queste, se non la più spinosa, ha a che fare con l’eredità del defunto. Nel corso degli anni i diritti del coniuge vivo sull’eredità sono stati oggetto di moltissime discussioni e rivalutazioni. Questi diritti sono aumentati progressivamente nel tempo e oggi questa figura ha più possibilità rispetto al passato. L’ultima volta il settore è stato riformato nel 1975, dando al coniuge vivo 1/3 dell’eredità totale (nel caso in cui vi siano 2 o più figli) o 1/2 (quando vi è un solo figlio).

Tuttavia, cosa avviene quando il coniuge morto non lascia alcun figlio? Chi è il legittimo erede? Stando alle disposizioni fornite dall’articolo numero 583 del Codice Civile, il coniuge vivo ha diritto a ricevere il 100% dell’eredità rimasta. Questa percentuale scende al 66,6%, nel caso in cui il coniuge vivo debba concorrere per l’eredità con altri parenti del defunto. Il resto, equivalente al 33,3% circa verrà distribuito tra i parenti. E se questi dovessero essere di più, il numero dell’eredità compresa in quel’33,3% verrà divisa equamente tra tutti. Se vi sono, dunque, 6 fratelli, ognuno di loro ha diritto a 1/6 di quell’33,3%.

Lo stesso avviene nel caso in cui il coniuge morto abbia ancora due genitori vivi. Questi avranno, dunque, diritto sempre al 33,3% rimanente, mentre il coniuge vivo potrà ricevere il 66,6%. Quest’ultimo, inoltre, ha anche il legittimo diritto sull’uso dell’abitazione della cosiddetta “casa coniugale” e sull’utilizzo dei mobili di arredamento in questa casa. Ovvero quella in cui i due coniugi sono vissuti. Dunque, qualora la casa fosse l’unica eredità del coniuge defunto, il coniuge vivo avrebbe diritto a tutta la casa e non soltanto ai 2/3 della stessa. La casa, però, sarà considerata come “in comproprietà” con gli altri parenti del defunto.

Eredità: cosa succede se ci sono dei figli

Come già accennato precedentemente, le cose cambiano sostanzialmente con la presenza dei figli (di qualsiasi tipologia essi siano). Ma non solo. Qualora vi sia un documento ufficiale del coniuge morto (come un testamento) che preveda una diversa spartizione dell’eredità dopo la scomparsa di quest’ultimo, sarà la sua volontà a prevalere. Questo poiché la proprietà privata, indipendentemente dalla sua tipologia, può essere trasferita alle persone per desiderio diretto. In questo ultimo caso bisognerà comunque verificare la veridicità del documento, e una volta verificato non si potrà che assecondare la volontà del defunto espressa nel testamento.