Dubbi sul funzionamento del conto corrente? Differenza tra saldo contabile e disponibile

Nei conti correnti in cui sono depositati i risparmi è presente questa doppia indicazione, importante è conoscere la differenza sostanziale tra saldo contabile e disponibile

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Siamo sempre più di corsa e abbiamo fretta, anche quando arriva la documentazione della banca relativa a un conto corrente. E, troppo spesso, non diamo la dovuta importanza a quanto leggiamo. Dando uno sguardo all’estratto conto è importante comprendere quale differenza ci sia tra il saldo contabile e il saldo disponibile. Sono due voci differenti che possono avere un diverso impatto sulla nostra quotidianità.

Tra il saldo contabile e il saldo disponibile c’è una netta differenza che è necessario comprendere. Le due voci sono saldamente legate tra di loro: questo è il motivo per il quale possono creare un po’ di confusione. Scopriamo insieme cosa sono.

Cos’è il saldo contabile

Quando si parla di conto corrente bancario o postale, non è sufficiente conoscere a quanto ammonta il denaro depositato in un determinato momento, o quelle che sono le operazioni giornaliere e mensili. Avere un conto presso un istituto di credito prevede anche di sapere come muoversi e quali sono le possibili situazioni economiche (momenti in cui il conto magari oscilla tra il negativo e il positivo) che una persona si può trovare a dover affrontare.

Nel caso specifico del saldo di conto, sono tre i casi da conoscere e da tenere presenti: saldo contabile e saldo disponibile, e saldo liquido.

Il saldo contabile è il risultato che si genera attraverso la somma algebrica tra le entrate e le uscite, che vengono registrate sull’estratto conto bancario a una data specifica. Quando si usa il termine contabile si vuole precisare che le operazioni effettuate, sia in positivo che in negativo, sono già state contabilizzate sul conto corrente ma non risultano ancora effettive per il correntista.

Esempio: viene contabilizzato il versamento di un assegno da 600 euro su un conto che aveva saldo 0. Il saldo contabile risulterà in positivo dell’importo dell’assegno versato, ma in realtà se si tenta un prelievo dal conto il risultato sarà un rifiuto.

Questo perché il totale disponibile resta comunque 0, e quel denaro non è utilizzabile.

Saldo disponibile: ecco cos’è

Il saldo disponibile invece è la somma realmente a disposizione del correntista, in cui è incluso insieme alla differenza tra entrate e uscite anche l’importo complessivo del fido bancario nel caso ne sia stato aperto uno. Il credito che la banca concede per andare sotto allo zero nel saldo, è sempre utilizzabile fino al suo tetto massimo.

Ovviamente da luogo a oneri (interessi passivi), di cui tener conto per i saldi del conto futuri. Quello che incide sul ritardo tra saldo contabile e disponibile è dato dalla valuta, che può essere condizionata anche dal fatto di cadere in giorni non lavorativi.

Infine il terzo elemento è dato dal saldo liquido, che è rappresentato dalla somma tra quello disponibile e tutti gli interessi. In pratica ciò che regolamenta il movimento del denaro in entrata e uscita da un conto corrente è la data.

Quella contabile rappresenta il giorno esatto in cui è effettuata l’operazione e nella quale si contabilizzano anche gli interessi attivi o passivi.

La data disponibile invece indica il momento in cui l’operazione effettuata si rende valida, ed è permesso l’utilizzo della somma.

Ogni istituto di credito può avere delle differenze tra la valuta contabile e quella disponibile.