Riforma pensioni: le prime ipotesi di flessibilità. La tabella per età e contributi

Ecco l'ipotesi di flessibilità che prevede un età minima di 62 anni e un minimo contributivo di 35 anni

Prosegue in ambito politico ed economico il dibattito sulla riforma delle pensioni, con il ministro dell’Economia e quello del Lavoro che hanno confermato come non sia pensabile, allo stato attuale, ricorrere al ricalcolo di tutte le pensioni con il solo metodo contributivo per flessibilizzare quanto necessario l’età pensionabile.

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“Il passaggio al solo metodo contributivo per il pagamento delle pensioni, anche di quelle in essere, non potrà garantire da solo quella flessibilità che il Governo intende concedere a partire dal prossimo anno”. Lo scrive in una nota il sottosegretario all’Economia ed alle Finanze PierPaolo Baretta. “Il Ministro del Lavoro e quello dell’Economia hanno confermato quello che noi sapevamo da tempo: il ricalcolo delle pensioni con il sistema contributivo in cambio di un anticipo dell’età pensionabile è sostenibile solo per gli assegni piu’ elevati. Se applicassimo tale principio su tutte le prestazioni, anche quelle piu’ basse, arriveremmo all’illogica conclusione di erogare pensioni a malapena superiori alla pensione sociale. Un risultato iniquo ed ingiusto perchè daremmo lo stesso importo economico corrisposto a chi non ha mai versato contributi previdenziali, cioè che non ha mai lavorato”. (Continua sotto)

Baretta fa notare quanto sia più equa ed attuabile la proposta, di cui è co-firmatario con Cesare Damiano, sulle pensioni flessibili che prevede una gradualità che l’opzione del solo contributivo non avrebbe. “L’opzione al contributivo non prevede quella gradualità che cerchiamo di riconoscere nella nostra proposta, un progetto che ha anche l’indubbio vantaggio di essere piu’ chiaro per tutti: se esci a 62 anni prendi una riduzione dell’8% sull’assegno previdenziale; se esci a 63 anni la penalità sarà minore e man mano si ridurrà sino ad azzerarsi completamente all’età di 66 anni. Quando si parla di flessibilità al prezzo di una penalità è questa l’ipotesi da cui si deve partire” fa notare Beretta.

Vediamo nella tabella seguente lo schema della proposta di Damiano sull’uscita dal lavoro, al momento la proposta più gettonata in ambito governativo. La tabella mette in relazione età anagrafica, anni di contributi e riduzione (o aumento) dell’importo in percentuale.

LA PROPOSTA SUI PENSIONAMENTI FLESSIBILI (DDL DAMIANO)
Anni di contribuzione
 Età  35  36  37  38  39  40  41
 62  -8  -7,7  -7,3  -6,9  -6  -3  Sempre senza vincoli di età
 63  -6  -5,7  -5,3  -4,9  -4  -2
 64  -4  -3,7  -3,3  -2,9  -2  -1
 65  -2  -1,7  -1,3  -0,9  -0,5  -0,3
 66  0  0  0  0  0  0
 67  2  2  2  2  2  2
 68  4  4  4  4  4  4
 69  6  6  6  6  6  6
 70  8  8  8  8  8  8
 La tabella mostra le possibili combinazioni per le uscite con l’entità della riduzione o dell’aumento dell’importo pensionistico previsto nel DDL. La riduzione interesserebbe le anzianità maturate con il sistema retributivo. I valori si intendono in %. Nel progetto è previsto anche l’abbassamento a 41 anni del requisito contributivo necessario a conseguire la pensione anticipata indipendentemente dall’età anagrafica.