Università, quali assicurano gli stipendi più alti: la classifica 2022

Quali sono i corsi di studio e gli Atenei che permettono di guadagnare di più una volta ottenuto il diploma di laurea

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Claudio Garau

Editor esperto in materie giuridiche

Laureato in Giurisprudenza, con esperienza legale, ora redattore web per giornali online. Ha una passione per la scrittura e la tecnologia, con un focus particolare sull'informazione giuridica.

Un laureato ha la possibilità di guadagnare molto di più rispetto a chi non ha fatto studi universitari. Tuttavia è importante scegliere bene la facoltà e l’ateneo, talvolta rinunciando alla principale passione per iscriversi ad un corso di laurea, che offra reali opportunità di inserimento professionale nel breve termine.

Anche la scelta dell’università ha il suo peso, perché la formazione in alcuni atenei è di maggior qualità e potrà fare la differenza nella fase di ricerca dell’occupazione.

In sintesi, la prospettiva futura di ricevere una retribuzione più alta dipende dai percorsi di studio e dall’università che si frequenta. E a garantire uno stipendio di buon livello sono le discipline cosiddette Stem (Scienza, Tecnologie, Ingegneria e Scienze matematiche), sempre più richieste nel mercato di lavoro perché assai specialistiche.

Ad indicare dati e percentuali molto interessanti è l’Osservatorio JobPricing che, nella settima e nell’ottava edizione dell”University Report’, ha riportato la classifica dei migliori atenei italiani, in relazione alle previsioni di guadagno.

Nel parleremo di seguito dando modo al lettore di confrontare i dati delle ultime indagini effettuate e rinviando infine al nostro articolo che tratta dei dati più aggiornati in materia. Quali atenei frequentare per rafforzare le proprie chance occupazionali ed avere in futuro un lavoro ben remunerato? Ecco cosa sapere.

Università, quali assicurano gli stipendi più alti: i corsi di studi

L’Osservatorio JobPricing costituisce un vero e proprio punto di riferimento per queste tematiche. Esso studia il mercato del lavoro e i trend degli stipendi e, al contempo, le sue accurate pubblicazioni lo rendono una fonte degna di grande considerazione nel panorama italiano.

Ebbene, secondo il rapporto dell’Osservatorio, in media le retribuzioni annue lorde più elevate in Italia tra i 25 e il 34 anni si registrano tra le seguenti facoltà Stem:

  • Ingegneria chimica e dei materiali (33.519 euro, +11% dalla media);
  • Informatica, elettronica e delle telecomunicazioni (33.293 euro, +10,3% dalla media);
  • Ingegneria meccanica, navale, aeronautica e aerospaziale (33.126 euro,+9,8%);
  • Ingegneria Gestionale (32.729 euro, +9,8%);
  • Scienze matematiche e informatiche (32.201, +6,7%).

Sotto la media degli stipendi invece i laureati in:

  • Lingue e letterature straniere moderne (28.457, -5,%);
  • Scienze storiche e filosofiche (28.357 euro, -6%);
  • Scienze pedagogiche e psicologiche (27.709 euro, -8%);

Non solo. Secondo l’analisi dell’Osservatorio JobPricing “i Politecnici e le università private pagano in media di più delle università pubbliche”. Anche questo è un dettaglio da tenere in grande considerazione, specialmente da parte di quei neodiplomati che sono incerti nella scelta tra due o più facoltà universitarie.

I numeri sono molto interessanti. “In generale, le retribuzioni medie dei laureati nei politecnici sono le più alte (42.719 euro), seguite da quelle dei laureati nelle università private (41.527 euro) e pubbliche (39.211 euro)” si legge nel report dell’Osservatorio.

Università, quali assicurano gli stipendi più alti: la classifica degli Atenei

In questo quadro gli Atenei che aumentano la probabilità di avere un percorso di carriera più remunerativo in Italia si trovano, per quanto riguarda i primi quattro posti, tutti al nord. Insomma, secondo l’indagine di JobPricing, i migliori programmi, la miglior organizzazione e i migliori docenti sarebbero nell’area settentrionale del paese.

Infatti, in cima alla classifica si posiziona l’Università Commerciale Luigi Bocconi (34,413 euro, +14% sulla media degli stipendi nazionali), seguito dal Politecnico di Milano (32,891 euro, +9%) la Libera università internazionale degli studi sociali Guido Carli (32,769 euro, +8,6%) e l’Università Cattolica del Sacro Cuore (31,735 euro, +5,2%).

Alle ultime posizioni di questa graduatoria troviamo l’Università di Messina (29.387, -2,6% dalla media degli stipendi, la Ca Foscari di Venezia (28.922, -4,2%) gli atenei di Verona (28,915 euro, -4,2%) e Cagliari (28.706 euro, -4,9%) (qui avevamo riportato la classifica delle migliori università del mondo).

Lo studio sottolinea in generale che “possedere una laurea, in media consente di accedere a un salario superiore del 45% rispetto a quello di un non laureato, ovvero circa 12.800 euro”. Si tratta certamente di una differenza marcata e, specialmente nel lungo termine, il divario tra possibilità economiche di un laureato e un non laureato è destinato a crescere notevolmente.

Popolazione laureata in Italia

L’University Report 2022 dell’Osservatorio Jobpricing ricorda altresì che, dal punto di vista della popolazione laureata, tra i 25-34 anni il tasso dell’Italia è poco superiore al 28%, tra gli ultimi dei Paesi Ocse (qui l’analisi di QuiFinanza sul numero di laureati in Italia, penultima in Ue), mentre quello di abbandono degli studi tra i 18 e i 24 anni è del 13%. Ma l’obiettivo europeo è fissato a un massimo del 9%.

La differenza più netta tra i livelli di retribuzione ottenuti appena usciti dall’università si avverte tra diploma e laurea magistrale (+42%) o master di primo livello (+44%), mentre il divario cresce in modo sostanziale con i titoli post-laurea (+15% con Master secondo livello e +16% con PhD rispetto alla sola Laurea magistrale).

Dato che un livello di studio superiore apre a prospettive di carriera migliori, con ruoli di maggior responsabilità e quindi meglio retribuiti, il gap è destinato a crescere con l’età arrivando a +40% per i lavoratori tra i 35-44 anni e a +65% tra i 45-54 anni.

Insomma, si tratta di informazioni che – lette nel loro complesso – rappresentano sicuramente uno stimolo all’iscrizione ad una facoltà universitaria, da parte di chi è indeciso tra una facoltà e un’altra e di chi sta valutando se cercare subito lavoro dopo il diploma, o proseguire con gli studi.

Ottava edizione ‘University Report’: aggiornamento e rinvio

Per dettagli in merito alle percentuali e ai dati di cui all’ultima indagine compiuta dall’Osservatorio JobPricing, l’ottava, rinviamo al nostro articolo in merito, pubblicato in questa pagina.

Il lettore potrà ulteriormente approfondire questi temi, conoscere anche quanto pubblicato da Almalaurea in tema di condizioni di occupazione dei laureati e salario medio, ed avere dunque un quadro ancor più completo – in modo da orientarsi al meglio nella delicata scelta di cosa fare dopo il diploma della scuola superiore.