Per quanti anni c’è l’obbligo di conservazione del bollo auto

Come avviene per tutti i pagamenti, l'obbligo di conservazione del bollo auto è di fondamentale importanza per non dover pagare per la seconda volta solo perché non si ha la ricevuta

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Ogni pagamento effettuato è una prova importante che bisogna assolutamente conservare con cura, al fine di evitare di dover fare un secondo pagamento perché magari al creditore non risulta pervenuto e perché non si è più in possesso della ricevuta. Per questo è bene attenersi all’obbligo di conservazione. Per il bollo auto, in particolare, viene indicato un periodo di tempo minimo per il quale conservare le prove dell’avvenuto pagamento. Entro certi limiti, infatti, l’ente creditore può richiederne la prova.

Cos’è il bollo auto

Il bollo auto è una tassa il cui pagamento spetta a tutti coloro che hanno un veicolo di proprietà. Per questo motivo, contrariamente a quanto spesso si pensa, non è una tassa sulla circolazione pura e semplice ed anche i veicoli non circolanti sono soggetti a quest’imposta. La prescrizione del bollo auto è triennale. Ultimamente il termine per la conservazione del bollo è stato portato a 3 anni e 4 mesi. Per questo motivo è consigliabile conservare le prove di pagamento per 4 anni. Se, poi, l’importo pagato è stato scaricato fiscalmente, il suddetto periodo si allunga ulteriormente e diventa di 5 anni.

Dato per scontato il periodo minimo per la conservazione, il bollo auto risulta prescritto dopo il 31 dicembre del quarto anno successivo a quello in cui è stato fatto il pagamento (anche se si è visto che il termine preciso è di 3 anni e 4 mesi). Questo vuol dire che se il bollo è stato pagato, per esempio, il 10 gennaio 2016, sarà necessario conservarne la ricevuta almeno fino 30 Aprile 2020, anche se è meglio prorogare tale termine fino alla fine di dicembre dello stesso anno. E’ questo, infatti, il periodo di tempo in cui è concessa all’ente creditore (in questo caso la Regione) la facoltà di richiedere il pagamento.

Naturalmente questo discorso vale esclusivamente per tutti i bolli pagati e per i quali, dunque, si è in possesso della ricevuta di pagamento. Se questo non è avvenuto e la richiesta di provvedere al versamento arriva tramite una cartella esattoriale, il debito va pagato. Per fare opposizione correttamente, bisogna appellarsi entro i tempi indicati in cartella fornendo ogni prova atta a giustificare il mancato pagamento. Questo vale nei casi in cui si è esentati dal versamento della tassa, ovvero il possesso di un’automobile storica, rubata o venduta.

Quando si paga il bollo auto

A gestire il bollo auto sono direttamente le Regioni, a parte la Sardegna ed il Friuli Venezia Giulia, nelle quali il pagamento viene gestito direttamente dall’Agenzia delle Entrate. ad eccezione di queste ultime due, in tutte le altre regioni, il bollo auto si paga a delle scadenze fisse, che generalmente sono aprile, agosto e dicembre.

È possibile effettuare il pagamento nel corso del mese successivo a quello nel quale c’è la scadenza. Se ad esempio questa cade ad aprile, il proprietario ha tempo a saldare fino al 31 maggio.

Nel caso in cui il versamento dovesse essere effettuato in ritardo, si paga una sanzione pari allo 0,1% per ogni giorni di sforamento, se si rimane sotto i quindici giorni. Tra i 15 ed i 30 giorni, invece, la sanzione è pari all’1,5%.