Eredità, cosa conviene fra successione e donazione

La donazione può essere uno strumento conveniente rispetto alla successione? Scopriamo cosa è meglio scegliere

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Meglio lasciare una casa in eredità o, attraverso una donazione, intestare l’immobile direttamente ad un parente? Quali sono gli strumenti per dividere equamente il patrimonio tra i vari familiari? Ma soprattutto quali sono gli strumenti che permettono di risparmiare sulle tasse?

Sono molti i genitori che, raggiunta una certa età, pensano a come ripartire il patrimonio accumulato in una vita di lavoro tra i figli, i nipoti ed il coniuge. Oltre all’assetto patrimoniale, il pensiero necessariamente si sposta a questioni di carattere fiscale, che sono necessariamente collegate ai vari passaggi di proprietà. Quando si vengono a creare queste situazioni, immancabilmente, fa capolino la consueta domanda: conviene di più la donazione o la successione? Cerchiamo di analizzare nel dettaglio le situazioni che si possono venire a generare.

La ripartizione dei beni di una persona anziana

Nel momento in cui un qualsiasi soggetto abbia intenzione di trasferire un proprio bene ad un’altra persona, può seguire due strade diverse: l’atto di donazione o il testamento. Quando si sceglie la prima opzione, il bene entra immediatamente nella proprietà del beneficiario, nel secondo caso il passaggio di proprietà avviene unicamente dopo la morte del testatore.

La donazione è una pratica facile: è sufficiente recarsi da un notaio con due testimoni, i quali, generalmente, sono messi a disposizione direttamente dallo studio notarile. Nel caso in cui chi sta effettuando la donazione non vuole privarsi del bene prima della propria morte, può riservarsi l’usufrutto. Il classico esempio in questo caso è la donazione della nuda proprietà di un immobile: l’usufrutto permette di continuare a viverci dentro.

Discorso diverso è invece il testamento, che può assumere molte forme. C’è il testamento olografo, che è stato scritto direttamente dal testatore e conservato da lui stesso. Questa soluzione porta con sé un pericolo: può essere occultato o distrutto. Ma possono sorgere anche delle contestazioni in merito all’autenticità della firma. Sicuramente migliore è il testamento pubblico, che è redatto direttamente da un notaio e da quest’ultimo custodito. In questo caso non trovano spazio eventuali contestazioni, perché è stato redatto alla presenza di un pubblico ufficiale. La terza ipotesi, che è una via di mezzo tra le due che abbiamo appena elencato, è un testamento segreto, che viene redatto dal testatore e successivamente consegnato al notaio.

Donazione o successione: cosa costa di più

Donazione e successione, sotto il profilo fiscale, sono tassate allo stesso modo. Nel momento in cui vengono redatti entrambi gli atti è necessario pagare:

  • un’imposta di registro pari al 9%, che scende al 4% nel caso in cui per il beneficiario si tratti di prima casa;
  • imposta di successione e donazione: il suo importo varia in base al grado di parentela.

Entriamo un po’ più nel dettaglio di queste ultime imposte e vediamo a quanto ammontano:

  • nel caso in cui l’atto coinvolge ascendenti e coniugi è pari al 4%, ma viene applicata solo e soltanto sul valore che eccede 1 milione di euro (la cosiddetta franchigia);
  • per gli atti tra fratelli e sorelle l’imposta è pari al 6%, mentre la franchigia è pari a 100.000 euro;
  • per gli atti tra parenti fino al quarto grado, affini in linea retta, affini in linea collaterale fino al terzo grado, l’imposta è pari al 6%;
  • per tutti gli altri atti l’imposta è pari all’8%.

Nel caso in cui il beneficiario sia un portatore di handicap, la franchigia è pari a 1.500.000 e l’aliquota è pari a quelle che abbiamo visto, in base al grado di parentela.

Ovviamente è necessario anche pagare l’onorario del notaio, che in caso di donazione è necessario se l’oggetto della donazione è un immobile. Il testamento può essere olografo e quindi non richiede la presenza del notaio. Quest’ultimo dovrà essere coinvolto nel momento in cui si apre la successione.

Alla fine successione donazione hanno dei costi identici.

Le contestazioni tra eredi

Una qualsiasi donazione non può essere contestata prima del decesso del donante. Quando questo dovesse morire, gli eredi hanno la possibilità di contestare le donazioni entro dieci anni. Possono essere contestate le donazioni che abbiano leso le cosiddette quote di legittima, ossia quelle minime che per legge devono essere riservate ai figli e al coniuge.

Per evitare eventuali contestazioni è opportuno rispettare le quote di legittima: nel caso in cui il diretto interessato dovesse rivolgersi ad un avvocato o ad un notaio il rischio di contestazioni è ridotto ai minimi termini.

Ricordiamo, comunque, che un testamento olografo offre meno garanzie di una donazione o di un testamento pubblico. Qualcuno potrebbe occultarlo o sostenere che la scrittura non sia quella del testatore. Questo porterebbe ad aprire una causa rivolta ad accertare la relativa autenticità.